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Politica

FORZA ITALIA LADISPOLI: FUMATA BIANCA

Fabio Capuani nuovo segretario di Forza Italia a Ladispoli

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Fabio Capuani nuovo segretario di Forza Italia a Ladispoli

Lo scorso martedì 29 aprile, alle ore 19, si è aperto il Congresso cittadino di Forza Italia. Presenti una trentina di persone, tra iscritti, simpatizzanti e sostenitori. Fabio Capuani è stato eletto per acclamazione nuovo Segretario di Forza Italia Ladispoli e Stefano Penge Vice Segretario.

Presenti all’incontro, tra gli altri, l’Assessore Alessandra Feduzi e il consigliere azzurro Marco Penge, i Delegati Mario Bonocore, Felicia Cagianelli e Arnaldo Gioacchini.

L’iniziativa è stata definita dagli organizzatori come “una ripartenza” per la sezione locale del partito.

Capuani, professore di religione, ha subito dimostrato di voler ricoprire con grande determinazione il ruolo che gli è stato affidato. “Per troppo tempo la voce della gente di Ladispoli è rimasta inascoltata” ha detto, raccogliendo l’applauso dei presenti.

“Sono qui per realizzare gli obiettivi che ci siamo dati: concepiamo la politica come uno strumento per pensare al bene comune. Questo è il motivo per cui siamo qui”.

“Dobbiamo rendere la nostra società sempre più giusta ed equilibrata. Pensando soprattutto ai più deboli. Per fare questo bisogna essere umili, perché la politica ancor prima di essere decisione è confronto”.

Rivolgendosi alla platea, “il mio primo compito come Segretario sarà quello di farvi comprendere che ho bisogno di tutti quanti voi. Nessuno è importante, ma voi siete tutti indispensabili. Senza la vostra passione non potremmo fare nulla”.

Concludendo, Capuani ha affermato che il politico che vuole servire la gente “è colui che si sporca le mani, mantenendo pulita la coscienza. Colui che non chiede la fiducia, ma se la conquista giorno dopo giorno. Grazie a tutti voi”.

Il congresso si è chiuso con l’intervento del consigliere Penge: “Forza Italia vuole riprendere il suo peso politico. Spero che al prossimo giro avremo più consiglieri, così da essere determinanti politicamente.
Sì, in Consiglio comunale alzeremo le mani, ma per votare le cose giuste.

Non bisogna scartare nessuno, anzi, è necessario ascoltare tutti. La politica per noi è ascolto, programmazione, crescita, cultura, qualità della vita. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno”.

Insomma, secondo Penge gli ingredienti per fare bene ci sono tutti: “Se lavoreremo come una squadra unita, riusciremo a essere determinanti nel prossimo governo di Ladispoli”, ha assicurato in
conclusione, annunciando che il partito ha trovato una sede fisica, che nelle intenzioni degli azzurri servirà per essere ancora più presenti sul territorio.

Giornalista, editore, fondatore e direttore di Litorale Oggi, Ladispoli News, ItaliaChiamaItalia.it e Azzurro Caribe. Da anni lavora tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, con un passaggio nel governo italiano (Farnesina). Cura la comunicazione di parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni

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Cerveteri

Sfiducia: un atto necessario

Cerveteri non esce dalla crisi: protocollata mozione firmata da 11 consiglieri

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Cerveteri non esce dalla crisi: protocollata mozione firmata da 11 consiglieri

Trovare la forza politica e morale per presentare una mozione di sfiducia non è mai una scelta facile. È, anzi, probabilmente una delle decisioni più dolorose e complesse che un amministratore locale possa trovarsi ad affrontare. Lo è soprattutto quando si ama profondamente la propria città, quando ogni gesto politico è mosso da un sincero desiderio di vederla crescere, migliorare, competere con le realtà vicine e riconquistare il posto che merita nel panorama regionale.

Una scelta difficile, ma necessaria

Questa mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco Gubetti non nasce da un impulso politico o personale, ma da un senso profondo di responsabilità. Dopo tre anni di amministrazione, aggiunti ai dieci precedenti, ci troviamo purtroppo di fronte a una situazione di stallo evidente. Cerveteri appare oggi una città ferma, priva di slancio, incapace di mettere a frutto il suo straordinario potenziale umano, culturale e paesaggistico.

È una sconfitta politica, prima di tutto. Lo dico senza giri di parole e con grande amarezza. Perché arrivare a presentare una mozione di sfiducia significa riconoscere che il dialogo politico, la collaborazione e la fiducia reciproca si sono logorati al punto da rendere necessario un atto forte, un gesto che scuota le coscienze e apra una riflessione profonda sul futuro della nostra comunità.

Cerveteri ha bisogno di una nuova visione

Ma proprio perché amiamo Cerveteri, non possiamo più far finta di nulla. Non possiamo ignorare le difficoltà evidenti nel far decollare la città, nel renderla competitiva e viva come le realtà limitrofe che, in questi anni, hanno saputo investire in visione, programmazione e capacità di attrarre risorse.

È arrivato il momento di cambiare passo. Serve una politica nuova, fatta di stimoli, di coraggio, di progettualità. Una politica che sappia rilanciare agricoltura, turismo, edilizia, lavori pubblici e sport, mettendo al centro la pianificazione strategica e una visione ampia e condivisa.

Cerveteri deve tornare a valorizzare il proprio patrimonio storico, culturale e paesaggistico, rendendolo pienamente fruibile e attrattivo, non solo per i cittadini ma anche a livello nazionale e internazionale. È questo il grande compito che abbiamo davanti: restituire a Cerveteri la dignità, la forza e la vitalità che merita.

Un gesto di responsabilità verso la città

La mozione di sfiducia, firmata da undici consiglieri, nasce dunque con l’intento di portare questo tema in discussione in sede di Consiglio comunale, non come atto di divisione, ma come invito alla riflessione. È un gesto di responsabilità verso la città, un appello a tutti — maggioranza e opposizione — a ritrovare il senso più autentico del nostro impegno politico: servire Cerveteri, non servirsi di essa.

Solo ripartendo dalle basi, con umiltà e determinazione, potremo tornare a respirare quell’aria frizzante e meravigliosa che ha sempre contraddistinto la nostra comunità.

GIANLUCA PAOLACCI

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