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Cronaca

A Ladispoli il mare è perfetto

Deluso chi godeva del divieto di balneazione: l’ordinanza dura solo 48 ore

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A Ladispoli il mare è perfetto

A fine luglio, in piena stagione balneare, a seguito di rilievi effettuati da Arpa Lazio alla foce del Vaccina, il Sindaco Alessandro Grando ha dovuto emanare un’ordinanza che imponeva il divieto temporaneo di balneazione per un tratto di 250 metri alla sinistra del fosso.

I campioni vengono prelevati regolarmente per monitorare lo stato e la balneabilità delle acque.

In questa occasione, i livelli di Escherichia coli erano superiori ai limiti stabiliti dalla legge.

L’amministrazione ha prontamente informato la cittadinanza circa la pericolosità dello specchio d’acqua interessato, procedendo appunto con il divieto temporaneo di balneazione. Fin qui, tutto nella norma – o quasi: sono cose che possono accadere. Ma nonostante le acque fuori parametro, non abbiamo ancora raccontato la parte più torbida della vicenda.

A seguito della comunicazione social relativa al divieto, si è assistito a un valzer inquietante, frutto probabilmente di chi usa i social per dar sfogo a frustrazione e vuoto interiore. Scene raccapriccianti: gente che esultava, altri che approfittavano della situazione per un mero tornaconto politico, post sponsorizzati commentati solo dagli stessi autori, cattiverie di ogni tipo e, naturalmente, una raffica di insulti, un vero e proprio atteggiamento da Ultras.

Partiamo da un principio fondamentale: non esiste Sindaco – di qualunque schieramento politico – che giochi con la salute dei cittadini. Altro principio fondamentale: nessun Sindaco è contento di dover firmare un’ordinanza di divieto di balneazione.

La qualità delle acque è strettamente legata al buon funzionamento del depuratore. Quello di Ladispoli – parliamo per noi – è monitorato e funzionante. Purtroppo, alterazioni nei parametri delle acque dipendono spesso da scarichi abusivi o, in altri contesti, da malfunzionamenti tecnici (non è il nostro caso).

Arpa Lazio ha effettuato ulteriori accertamenti, rilevando che i parametri erano rientrati abbondantemente nella norma, e in meno di 48 ore il divieto di balneazione è stato revocato – il mare esiste in una condizione di continuo movimento, ovviamente. Ecco svelato come in poche ore l’allarme sia rientrato: le correnti hanno semplicemente ridistribuito i valori in condizioni accettabili.

Chi sperava di vedere la maggioranza “al patibolo” per la gestione delle acque è rimasto deluso. Le acque hanno dei valori ottimali, il nostro depuratore funziona alla grande e noi ci godiamo il mare: non sarà la Sardegna, ma ce lo teniamo stretto.

Nel giro di poche ore, l’allarme è rientrato.

Ora è il momento di riflettere. Questa accecata ossessione di accusare la maggioranza per qualsiasi cosa rende l’opposizione zoppa e poco credibile: ripetitivi, compulsivi, annebbiati e noiosi. Incapaci di argomentare, valutare e proporre. Un tifo da stadio dei livelli più beceri, fazioso, parti tico. Se siamo arrivati al punto di esultare per un rischio batteriologico nelle nostre acque, forse facciamo davvero più schifo del mare inquinato.

*Assessore al Turismo del Comune di Ladispoli

Assessore al Turismo del Comune di Ladispoli. Prof. ITS Academy. Designer creativo. Chef Gluten Free. Esperto in promozione territoriale, eventi & food

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Cronaca

Una sfilata di moda per il Giubileo, ‘fili di speranza’ con le allieve di Ladispoli

Una sfilata di moda per il Giubileo, ‘fili di speranza’. Per sostenere la scuola di cucito delle missioni in Camerun. Il progetto è realizzato anche grazie alla collaborazione con la Confraternita della Parrocchia di Santa Maria del Rosario di Ladispoli e con il sostegno della Caritas di Porto-Santa Rufina

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Una sfilata di moda per il Giubileo, 'fili di speranza' con le allieve di Ladispoli

Si terrà sabato 13 settembre 2025, alle ore 17, nel Giardino “EcoCharity Garden”, segno giubilare della diocesi di Roma situato ai piedi dell’Aventino, la sfilata di moda “Fili di Speranza”, promossa da Terra e Missione in collaborazione con la Fondazione Thouret.

“L’iniziativa nasce dal desiderio di unire creatività, cura del creato e solidarietà, offrendo alle donne percorsi di formazione e di riscatto personale”, spiegano i promotori. I capi che sfileranno sono frutto del lavoro congiunto tra Roma e il piccolo villaggio di Ngaoundal, nel Nord del Camerun, dove le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret portano avanti un Centro di formazione femminile.

“In passerella, insieme alle allieve di Ladispoli coinvolte nel progetto di sartoria sociale di Terra e Missione, sfileranno abiti e accessori unici, ricchi di storia e significato”, annunciano gli organizzatori.

La collezione 2025 mette in risalto i preziosi tessuti Ndop, caratterizzati da motivi geometrici e simbolici propri della tradizione dei Bamiléké, e capi realizzati con patchwork creativi ottenuti dal riciclo di scarti tessili, a testimonianza di una moda attenta all’ambiente e inclusiva.

A chiudere la sfilata, un abito speciale con ricami ucraini, “espressione di resistenza e speranza, che diventa anche un messaggio universale di pace, dedicato a tutte le donne del mondo che affrontano ogni giorno le sfide della vita con coraggio”.

Il progetto è realizzato anche grazie alla collaborazione con la Confraternita della Parrocchia di Santa Maria del Rosario di Ladispoli e con il sostegno della Caritas di Porto-Santa Rufina.

“Fili di Speranza è un’esperienza che intreccia i fili della dignità e dell’autonomia femminile con quelli della solidarietà internazionale – sottolinea suor Maria Luisa Caruso, presidente e coordinatrice della Fondazione Thouret -. Molte ragazze in Camerun hanno già potuto avviare il proprio lavoro grazie alla formazione ricevuta e a un dono concreto: una macchina da cucire che rappresenta per loro futuro e indipendenza”.

“Con questa sfilata vogliamo dire che la moda può essere un linguaggio di giustizia e di fraternità – aggiunge la missionaria Comboniana sr. Maria Rosa Venturelli, vicepresidente di Terra e Missione -. Ogni capo racconta non solo creatività, ma la storia di una rinascita possibile. È un segno concreto che, insieme, possiamo tessere relazioni nuove e promuovere una cultura di pace e solidarietà”.

Il ricavato sarà interamente destinato a sostenere la Scuola di cucito di Ngaoundal.

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