Turismo
Dolcetto e scherzetto?
Ladispoli: il 31 ottobre è stata una festa di un altro pianeta
Ladispoli: il 31 ottobre è stata una festa di un altro pianeta
C’è chi fa cose, e chi commenta.
C’è chi accende la piazza, e chi preferisce restare nel silenzio del malumore.
Ad Halloween ha decisamente vinto la fazione di chi non ha voglia di intristirsi nel perimetro del proprio appartamento: una piazza piena, famiglie felici, attività al lavoro e una città che, per l’ennesima volta, si è mostrata viva, accogliente e protagonista del litorale laziale.
Una festa riuscita e partecipata
La festa organizzata dall’Amministrazione, in collaborazione con Radio Subasio, è stata molto più di un semplice evento musicale: una vetrina di energia, turismo e partecipazione sociale, un’occasione per mostrare quanto la nostra città sappia attrarre e coinvolgere con un’offerta che unisce divertimento, qualità e valorizzazione del territorio.
Ulla, la festa itinerante che nasce a San Benedetto del Tronto e gira tutta Italia, è stata un’esplosione di vitalità: un segnale chiaro di quanto Ladispoli sia ormai una meta appetibile anche per organizzazioni di livello nazionale.
Le immagini parlano da sole:

Una piazza gremita, famiglie che si godono la giornata, bambini entusiasti, commercianti soddisfatti e un’atmosfera di festa che ha unito generazioni diverse in un unico abbraccio cittadino.
Già, perché la cosa più importante è quella che troppo spesso diamo per scontata: l’emozione. Come si può dare un peso o una misura a una piazza che canta, balla e si diverte?
Una cosa è certa: questa valutazione spetta solo a chi ha ancora la capacità di emozionarsi, di lasciarsi trasportare e di godersi un pomeriggio di festa collettiva.
Le critiche sterili dell’opposizione
Non spetta di certo agli “ammutinati seriali”, pronti a pregare per una piazza vuota o per il fallimento dell’evento solo per il gusto di poter puntare il dito.
Infatti, puntuale come sempre, c’è chi prova a offuscare la luce con ombre insignificanti. Comunicati stampa poveri di onestà intellettuale scritti da chi sembra aver perso il contatto con la realtà. Mentre redigono testi pietosi, gli stessi esponenti — ironia della sorte — condividono sulle proprie pagine social la locandina dell’evento.
Ci hanno perfino dato dei “satanisti” per aver organizzato una festa di Halloween — ma tutto a posto? — C’è anche chi, nostalgico degli anni del proibizionismo, avrebbe voluto censurare le ballerine sul palco. Goffi e patetici tentativi di spostare l’attenzione da un altro evento partecipato.
Un’opposizione, quella ladispolana, svuotata di significato, banale e meschina, che pur di andare contro l’Amministrazione sarebbe disposta a tutto.
Ladispoli ha risposto con i fatti: un fiume di persone, un’economia locale in movimento e un’immagine turistica che continua a crescere.
Dispiace che qualcuno voglia ridurre tutto a un episodio o a un’immagine, ignorando l’entusiasmo e la felicità di migliaia di cittadini che hanno riempito la nostra piazza.
La musica, la luce e la partecipazione non sono effimeri: sono energia positiva, condivisione e promozione del territorio.
La strada giusta per la città
Questa è la direzione giusta: una città che investe nella sua identità, che crea momenti di socialità e che si conferma polo attrattivo del litorale.
Gli eventi portano turismo, promuovono l’immagine della città, generano indotto economico e, soprattutto, fanno comunità. Lo abbiamo ripetuto fino allo sfinimento, ma è evidente che non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire.
Anzi, in questo caso c’è un impegno preciso volto a screditare ogni cosa a prescindere dalla riuscita.
A questi individui, che commentano compulsivamente da dietro una tastiera, rispondiamo con il suono della musica, il sorriso dei bambini e i numeri di una partecipazione che non si può ignorare.
Perché, mentre qualcuno guarda con sospetto il successo, Ladispoli guarda avanti.
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Turismo e grandi eventi a Ladispoli
Un indotto economico da 7 milioni di euro per la città
Un indotto economico da 7 milioni di euro per la città
Spesso ci raccontiamo che a Ladispoli mancano strutture ricettive, alberghi e soluzioni per il turismo. Quelle vecchie dicerie che abbiamo sentito talmente tante volte che quasi ce ne siamo convinti. Al netto delle nuove tendenze che oggi hanno generato a Ladispoli un complessivo di circa 1.400 posti letto, c’è da dire che l’analisi dovrebbe essere più ampia: perché il forte di Ladispoli, si sa, è la sua posizione.
In virtù di questo, la valutazione deve prendere in considerazione un flusso di visitatori giornalieri che intercetta la nostra città. Il turismo non si conta solo con i soggiorni nelle strutture cittadine. A Ladispoli, nel perimetro dei 70 giorni di programmazione estiva in Piazza Rossellini, i grandi eventi sono una calamita per il turismo di prossimità: migliaia di persone che scelgono la nostra città per un concerto o per il tempo libero e rientrano in serata.
Turismo di prossimità e dati nazionali
È la fotografia che l’ISTAT offre del fenomeno delle escursioni giornaliere (42,4 milioni nel 2024) e che la Banca d’Italia inquadra definendo gli escursionisti come visitatori con zero notti e spesa minore per persona. Per misurare l’impatto reale, quindi, dobbiamo partire da qui.
Nella valutazione del nostro cartellone fissiamo alcuni prudenti capisaldi. Gli eventi clou del Summer Fest con Gaia, Fred De Palma e Francesco Renga hanno portato circa 6.000 spettatori a serata; Max Giusti, Giorgio Vanni e DJ Osso si sono attestati su una platea di circa 4.000 partecipanti. Completano il quadro gli appuntamenti medi da 1.000 presenze e le serate minori con band locali da 500 spettatori, per un totale di 50 spettacoli.
Numeri e impatto economico
Tradotto in volumi complessivi, la rassegna ha richiamato circa 59.000 partecipanti, di cui 30.000 concentrati nelle sei serate principali e i restanti 29.000 distribuiti tra gli altri appuntamenti. Questo pubblico va diviso in tre gruppi: il 10% di spettatori che ha soggiornato in città almeno una notte (dato molto prudente) e il 50% di residenti, la cui spesa giornaliera è naturalmente più bassa rispetto a chi trascorre lontano da casa l’intera giornata. Il restante sono escursionisti.
Per trasformare questi dati in un potenziale indotto, utilizziamo gli strumenti pubblici: Isnart–Unioncamere stima per il Lazio una spesa, oltre viaggio e soggiorno, di circa 77 € a persona e una spesa media per alloggio di 59 €. Applichiamo dunque 77 € agli escursionisti e la somma di 77 + 59 € ai pernottanti. Per i residenti, che non sostengono costi di viaggio, l’impatto va calcolato come spesa aggiuntiva per ristorazione e consumo: una forbice tra 25–35 € a persona, definita in base alle indicazioni provenienti da studi di settore.
Un indotto diretto di 3,5 milioni di euro
Il calcolo che ne deriva è semplice e lineare. Su 59.000 spettatori totali, 5.900 sono pernottanti e 53.100 non pernottanti; tra questi ultimi, 29.500 sono residenti e 23.600 sono visitatori giornalieri. Applicando i parametri citati sopra, l’indotto diretto della rassegna si aggira attorno ai 3,5 milioni di euro.
Non si tratta di valori teorici, poiché misurati con gli stessi parametri con cui le Camere di Commercio pesano i festival nelle diverse regioni. Le linee guida definiscono anche un indotto indiretto a monte: fornitori, logistica, lavoro temporaneo e servizi tecnici.
Valore d’immagine e ritorno reputazionale
Oltre l’aspetto sociale, che in questo articolo non prendiamo volutamente in considerazione, c’è un ritorno d’immagine: un valore reputazionale da misurare in copertura mediatica, ricerche online, intenzioni di visita, ritorni stagionali e non. Senza gonfiare i numeri, adottando un moltiplicatore prudente tra 1.5 e 2.0, come suggerito dagli studi di settore, l’impatto economico complessivo del cartellone si colloca in un range che va da 5 a 7 milioni di euro. Un valore coerente per una città baricentrica a Roma.
Una vetrina per la città e per il territorio
C’è infine il valore della continuità scenica. Il palco montato per 70 giorni non è solo un’infrastruttura, ma anche una vetrina permanente per le band del territorio, un dispositivo di identità e orgoglio civico che alimenta la partecipazione.
Inoltre, il turismo di pertinenza gioca un ruolo chiave nella destagionalizzazione dei flussi, perché fidelizzando il visitatore che vive a breve distanza dalla nostra città, ci sono alte probabilità che torni anche in bassa stagione.
Conclusioni: Ladispoli e il turismo reale
La chiave di lettura è quindi definita: i grandi eventi di Piazza Rossellini generano turismo reale perché sommano volumi importanti di pubblico a una struttura di indotto misurabile, distinguendo correttamente tra residenti, escursionisti e pernottanti.
Se ci limitassimo ai soli soggiorni, lasceremmo fuori più di metà della storia. Con i numeri alla mano — 59.000 presenze su 50 serate, un indotto diretto attorno a 3,5 milioni e un impatto complessivo che, per prudenza, collochiamo tra 5 e 7 milioni — si dimostra che la programmazione non è un costo a fondo perduto e nemmeno un megafono di propaganda, bensì una concreta leva economica e identitaria.
Perché anche a Ladispoli il turismo di prossimità è l’ossatura che riempie la piazza, sostiene l’indotto e fa crescere la reputazione della città.

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