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Cronaca

LADISPOLI RICORDA MARCO VANNINI

10 ANNI DOPO, IL DOLORE SI FA MEMORIA COLLETTIVA

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10 ANNI DOPO, IL DOLORE SI FA MEMORIA COLLETTIVA

Dieci anni sono trascorsi dalla tragica notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, quando Marco Vannini, giovane di Cerveteri, è stato ucciso a soli vent’anni nella casa della fidanzata a Ladispoli. Un decennio che non ha affievolito il dolore né la sete di giustizia della comunità locale, che continua a ricordare Marco con iniziative cariche di significato e partecipazione.

Il Teatro Marco Vannini, inaugurato nel 2019 a Ladispoli e intitolato al ragazzo, è diventato un simbolo di memoria e cultura. Recentemente, ha ospitato lo spettacolo “Ascoltare oltre il silenzio”, patrocinato dal Comune, che ha affrontato temi di verità storica e memoria collettiva, riflettendo l’impegno della città nel mantenere vivo il ricordo di Marco attraverso l’arte.

Nel gennaio 2025, l’Istituto Enrico Mattei di Cerveteri, frequentato da Marco, ha inaugurato un murale in suo onore, realizzato dall’artista Alessio Gazzola. La cerimonia ha visto la partecipazione commossa della famiglia Vannini, delle autorità locali e degli studenti, sottolineando l’importanza di educare le nuove generazioni alla consapevolezza e al rispetto della vita.

La città di Ladispoli ha dimostrato in più occasioni la sua vicinanza alla famiglia Vannini. Nel 2019, in segno di protesta contro una sentenza d’appello ritenuta ingiusta, i commercianti abbassarono le saracinesche e accesero candele, manifestando solidarietà e chiedendo giustizia per Marco.

A dieci anni dalla scomparsa di Marco Vannini, tutta la cittadinanza continua a onorarne la memoria, trasformando il dolore in impegno civico e culturale. La città si stringe attorno alla famiglia Vannini, rinnovando la promessa di non dimenticare e di lottare affinché tragedie simili non si ripetano.

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Cronaca

Una sfilata di moda per il Giubileo, ‘fili di speranza’ con le allieve di Ladispoli

Una sfilata di moda per il Giubileo, ‘fili di speranza’. Per sostenere la scuola di cucito delle missioni in Camerun. Il progetto è realizzato anche grazie alla collaborazione con la Confraternita della Parrocchia di Santa Maria del Rosario di Ladispoli e con il sostegno della Caritas di Porto-Santa Rufina

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Una sfilata di moda per il Giubileo, 'fili di speranza' con le allieve di Ladispoli

Si terrà sabato 13 settembre 2025, alle ore 17, nel Giardino “EcoCharity Garden”, segno giubilare della diocesi di Roma situato ai piedi dell’Aventino, la sfilata di moda “Fili di Speranza”, promossa da Terra e Missione in collaborazione con la Fondazione Thouret.

“L’iniziativa nasce dal desiderio di unire creatività, cura del creato e solidarietà, offrendo alle donne percorsi di formazione e di riscatto personale”, spiegano i promotori. I capi che sfileranno sono frutto del lavoro congiunto tra Roma e il piccolo villaggio di Ngaoundal, nel Nord del Camerun, dove le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret portano avanti un Centro di formazione femminile.

“In passerella, insieme alle allieve di Ladispoli coinvolte nel progetto di sartoria sociale di Terra e Missione, sfileranno abiti e accessori unici, ricchi di storia e significato”, annunciano gli organizzatori.

La collezione 2025 mette in risalto i preziosi tessuti Ndop, caratterizzati da motivi geometrici e simbolici propri della tradizione dei Bamiléké, e capi realizzati con patchwork creativi ottenuti dal riciclo di scarti tessili, a testimonianza di una moda attenta all’ambiente e inclusiva.

A chiudere la sfilata, un abito speciale con ricami ucraini, “espressione di resistenza e speranza, che diventa anche un messaggio universale di pace, dedicato a tutte le donne del mondo che affrontano ogni giorno le sfide della vita con coraggio”.

Il progetto è realizzato anche grazie alla collaborazione con la Confraternita della Parrocchia di Santa Maria del Rosario di Ladispoli e con il sostegno della Caritas di Porto-Santa Rufina.

“Fili di Speranza è un’esperienza che intreccia i fili della dignità e dell’autonomia femminile con quelli della solidarietà internazionale – sottolinea suor Maria Luisa Caruso, presidente e coordinatrice della Fondazione Thouret -. Molte ragazze in Camerun hanno già potuto avviare il proprio lavoro grazie alla formazione ricevuta e a un dono concreto: una macchina da cucire che rappresenta per loro futuro e indipendenza”.

“Con questa sfilata vogliamo dire che la moda può essere un linguaggio di giustizia e di fraternità – aggiunge la missionaria Comboniana sr. Maria Rosa Venturelli, vicepresidente di Terra e Missione -. Ogni capo racconta non solo creatività, ma la storia di una rinascita possibile. È un segno concreto che, insieme, possiamo tessere relazioni nuove e promuovere una cultura di pace e solidarietà”.

Il ricavato sarà interamente destinato a sostenere la Scuola di cucito di Ngaoundal.

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