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Arte e Cultura

Scuola e cultura al centro: intervista all’Ass. Margherita Frappa

Tutte le novità che riguardano scuola e cultura a Ladispoli

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Margherita Frappa assessore Ladispoli

Tutte le novità che riguardano scuola e cultura a Ladispoli

Ladispoli non è solo una città di mare e di turismo, ma un luogo dove la scuola e la cultura sono alla base dello sviluppo sociale.

Questo obiettivo viene raggiunto quotidianamente grazie al lavoro che l’Assessore alla Pubblica Istruzione e alla Cultura, Margherita Frappa, persegue con determinazione insieme al supporto dell’amministrazione e del sindaco Grando.

Consapevoli del ruolo che arte, formazione e comunità giocano nella crescita dei più giovani, l’abbiamo incontrata per farci raccontare la sua visione e i progetti in corso per quanto riguarda il mondo della scuola.

Assessore, siamo all’inizio del nuovo anno scolastico. Quali sono state le priorità dell’amministrazione di Ladispoli in questi mesi per preparare le scuole ad accogliere studenti e personale?

“Le sfide non sono mancate, soprattutto nel dover concentrare in poche settimane una mole di lavoro molto vasta e nel coordinare i diversi cantieri senza interrompere altre attività pubbliche.

In queste settimane l’Ufficio Manutenzioni sta operando su più fronti, affrontando le criticità segnalate dai dirigenti scolastici per garantire sicurezza e funzionalità, affinché studenti e personale possano trovare scuole accoglienti e pronte.

Nonostante i tempi stretti e le tante richieste, riusciremo ad intervenire in modo capillare, con l’obiettivo di migliorare sempre di più la qualità degli ambienti scolastici della nostra città”.

L’unione dell’assessorato alla Pubblica Istruzione e alla Cultura è un aspetto molto interessante. In che modo questa sinergia si traduce in progetti concreti per gli studenti di Ladispoli?

“Credo fortemente che istruzione e cultura siano due facce della stessa medaglia. La sinergia tra questi due ambiti ci permette di offrire agli studenti non solo formazione scolastica, ma anche esperienze che arricchiscono il loro bagaglio umano e civico.

Un progetto emblematico in questo senso è l’‘Archeobus’, che porta i ragazzi delle nostre scuole a conoscere e vivere direttamente i siti archeologici del territorio, trasformando le lezioni di storia in esperienze sul campo. È un’iniziativa che unisce apprendimento, identità locale e valorizzazione culturale.

Accanto a questo, stiamo programmando altre iniziative, perché riteniamo fondamentale che i giovani siano protagonisti della vita culturale della città. L’obiettivo è far sì che scuola e cultura viaggino insieme, formando cittadini consapevoli e orgogliosi delle proprie radici”.

Come sono stati organizzati i servizi essenziali come il trasporto scolastico e la refezione? Ci sono state novità o aggiornamenti rispetto agli anni passati?

“In queste settimane ho lavorato a stretto contatto con i dirigenti scolastici per organizzare al meglio i servizi, cercando di rispettare le esigenze specifiche di ogni istituto. Abbiamo posto grande attenzione a due aspetti fondamentali: trasporto scolastico e refezione. I dettagli operativi saranno pubblicati a breve, così da garantire alle famiglie tutte le informazioni necessarie con anticipo.

L’obiettivo è assicurare una partenza ordinata e puntuale, senza disagi. A breve, inoltre, sarà pronta la nuova mensa costruita presso il polo Falcone-Melone, un ambiente moderno e funzionale pensato per offrire agli studenti un luogo ideale e accogliente”.

Quale messaggio vuole rivolgere agli studenti appena rientrati tra i banchi, alle loro famiglie e al personale docente e non docente per questo nuovo inizio?

“Il mio augurio per questo nuovo anno scolastico è rivolto a tutta la comunità educativa: studenti, famiglie, docenti e personale che ogni giorno rendono vive le nostre scuole.

Tornare tra i banchi significa rinnovare un patto di crescita condivisa, dove l’impegno di ciascuno diventa forza per tutti. Credo profondamente nella sinergia tra istruzione e cultura: solo unendo sapere e creatività possiamo formare cittadini consapevoli, capaci di affrontare le sfide del futuro senza dimenticare le proprie radici.

Ai ragazzi dico: vivete la scuola come un’opportunità straordinaria, con curiosità e coraggio. Alle famiglie e al personale: continuiamo a camminare insieme, perché solo insieme possiamo costruire un futuro migliore”.

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Arte e Cultura

L’importanza di parlare le lingue

Più che un semplice percorso di studi, una vera e propria formazione della persona

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Più che un semplice percorso di studi, una vera e propria formazione della persona

Riguardo il nostro percorso scolasti co siamo tutti d’accordo su due punti: uno, che non tutte le materie che studiamo torneranno utili nella vita, e due, se c’è una materia per la quale vale la pena impegnarsi è la lingua straniera.

Purtroppo ti rendi conto di quanto le lingue siano importanti quando è ormai troppo tardi. Non che ci sia un’età definita per studiare una nuova lingua, tuttavia la ricettività e l’elasticità dei bambini rende il processo più naturale.

La mente di noi adulti è piena di sovrastrutture date dalle esperienze e da tutte le cose che impariamo nel corso della vita. Un po’ come un hard disk al limite della sua capacità. La mente di un bambino invece, è brulla, assimila senza porsi troppe domande, prende per buona l’informazione e la immagazzina senza processarla.

Per questo l’ideale per i bimbi sarebbe una baby sitter che parli loro un’altra lingua fino al momento in cui sono in grado di leggere e scrivere, più o meno fino ai sei anni. L’ideale per apprendere perfettamente nuove lingue è senza dubbio un corso privato che parallelamente al programma scolastico dia al bambino gli strumenti per iniziare a padroneggiare la nuova lingua.

L’utilità di essere stimolati alla conoscenza

In questo articolo però, vorrei soffermarmi sull’utilità dell’essere stimolati alla conoscenza di qualcosa che non ci appartiene. Io personalmente ho cominciato a studiare lingue per la paura di incontrare persone che parlandomi non avrei capito, avevo, fin da bambina, il desiderio di capire tutti.

Approcciare una nuova lingua è prima di tutto un esercizio per noi stessi, abituiamo il nostro cervello a non fossilizzarsi sulla sintassi che conosciamo, ma sforzandoci a comunicare costringiamo la nostra mente all’elasticità. Un allenamento che forma il nostro carattere, induce sicurezza e ci aiuta ad adattarci a quando abbandoniamo la nostra comfort zone.

Una persona poliglotta la riconosci subito: ha un’ottima capacità di ascolto, un buon orecchio ed è in grado di riprodurre suoni, anche i più diversi da quelli della lingua madre.

Per un bambino avere fin da piccolo la capacità di adattarsi lo aiuterà nella vita da adulto, subirà meno il disagio delle circostanze diventando una persona più sicura e consapevole.

I bimbi si sa, vivono tutto come un’avventura, se i genitori riescono a stimolarlo in questo senso il bimbo sarà pronto e impaziente di vivere nuove esperienze, di raccontare ai suoi compagni le emozioni di un viaggio e degli amichetti che si è fatto in un paese diverso.

Possiamo predisporre i ragazzi già da piccoli ad avere una mentalità aperta e a non giudicare quello che percepiscono come diverso, anzi, saranno curiosi di scoprire una nuova cultura.

Ad oggi sono orgogliosa di poter dire che parlo fluentemente cinque lingue, mi batterò sempre affinché i ragazzi siano incoraggiati alla conoscenza di più lingue possibili. La mentalità aperta, il rispetto e l’autostima renderanno il mondo un posto migliore.

Get ready to travel!

Sara Inga

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