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L'EDITORALE

Opposizione… Ci fate addormentare!

Il primo cittadino e i suoi assessori continuano nella loro attività a favore della città e della cittadinanza tutta

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Ci fate addormentare!

L’Amministrazione comunale va avanti a gonfie vele

L’Amministrazione comunale va avanti a gonfie vele. Inutile perdere tempo a seguire le dichiarazioni vuote e strampalate di esponenti delle opposizioni che non hanno altro da fare che criticare tutto ciò che fanno il Sindaco Alessandro Grando e la sua giunta.

Il primo cittadino e i suoi assessori continuano nella loro attività a favore della città e della cittadinanza tutta. Le novità positive non si contano più, essendo ormai all’ordine del giorno: in arrivo un secondo palazzetto dello sport, la riqualificazione del parco del Sacro Cuore, la nuova pista di atletica leggera, il centro di aggregazione giovanile. E poi asfaltature di strade e rifacimento marciapiedi. Milioni di euro pronti a finanziare importanti progetti e opere fondamentali per la crescita di Ladispoli.

Chiunque sia in buona fede non può negarlo: l’Amministrazione è un treno in corsa che è impossibile fermare.

Dietro la regia di Grando, i vari Porro, Frappa, Marongiu, Fargnoli e tutti gli altri assessori e consiglieri di maggioranza, delegati compresi, guardano dritto agli obiettivi. Come cavalli che indossano i paraocchi, non si fanno distrarre dalle polemiche sterili messe in piedi dai sinistroidi.

Fanno benissimo, e da parte nostra li sosteniamo, perché crediamo che governare sia molto più difficile di blaterare sciocchezze con l’arroganza di chi si sente superiore a quelli che hanno esperienza e governano – alla grande tra l’altro – da diversi anni con il consenso popolare.

Oppure con la contraddizione del Consigliere Garau, il più controverso della storia di Ladispoli: così contrario al cemento in pubblico, ma così felice nel privato di poter lavorare agli impianti elettrici delle nuove costruzioni… Coerenza, quella sconosciuta.

Abbiamo un sindaco che continua a sorprenderci, ad ogni Consiglio comunale: ha sempre la risposta pronta, è preparato, rendendo orgogliosi i cittadini/elettori che l’hanno votato.

E convincendo anche chi la volta scorsa magari ha dato il proprio voto a quelli che oggi siedono all’opposizione.

Bene anche il lavoro degli uomini e delle donne della Giunta: se vi siete persi la replica dell’Assessore al Turismo Marco Porro al Consigliere Garau – che per l’ennesima volta era tornato sull’aspetto eventi e Pro Loco – andatevela a rivedere sui canali social di Ladispoli News. Vi garantiamo che ne vale la pena.

Se Porro in Consiglio ha invitato Garau a bussare alla sua porta per confrontarsi su qualche progetto – visto che passati tre anni, a livello locale come a livello nazionale, nel programma della sinistra si legge una sola riga: infangare la destra – il Consigliere ha replicato all’Assessore che “mai e poi mai”. E per quale motivo? Ancora: cosa ci sarebbe di sbagliato?

Certo, per progettare e programmare, bisogna pensare. Avere fantasia, creatività, intelligenza. Capacità di interpretare il momento e i gusti delle persone. Nella testa dei compagni evidentemente non esiste nulla di tutto questo. Sono capaci solo di ripetere all’infinito il blablabla di sempre.

Figuratevi che in occasione dell’ultimo Consiglio comunale, per esempio, mentre parlava il consigliere Paperella, persino alcuni suoi colleghi si erano addormentati in diretta social. Interventi prolissi e stucchevoli tipici di chi, con mille giri di parole, prova a dar un senso a concetti inconcludenti, come se qualche citazione ed un’arringa noiosa quanto incomprensibile arricchisse l’intervento del contenuto. Madre mia, che tenerezza ci fanno questi.

Avanti tutta!

Dunque avanti tutta con l’impegno di sempre e il lavoro costante, per fare in modo di migliorare la qualità di vita dei concittadini; per rendere la nostra bella amata Ladispoli una città sempre più protagonista sul territorio, sempre più capitale del litorale romano.

Giornalista, editore, fondatore e direttore di Litorale Oggi, Ladispoli News, ItaliaChiamaItalia.it e Azzurro Caribe. Da anni lavora tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, con un passaggio nel governo italiano (Farnesina). Cura la comunicazione di parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni

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Cerveteri

EDITORIALE | PICCHETTATI ALLE SEDIE

L’altra visione del nostro territorio

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L’altra visione del nostro territorio

A Cerveteri si consuma un paradosso. La sindaca Elena Gubetti – chiamata dalla minoranza a rendere conto della propria azione amministrativa – sceglie di rimanere appiccicata al ruolo politico come se fosse un salvagente, nonostante sia evidente che la fiducia verso il suo operato sia seriamente compromessa.

La mozione di sfiducia nei suoi confronti è stata presentata con chiarezza: tra i motivi, la gestione definita “opaca e discutibile” delle risorse pubbliche, i ritardi sistematici nei lavori, l’esclusione di componenti dell’amministrazione dalle commissioni e la mancata condivisione degli indirizzi con la maggioranza.

Eppure Gubetti non accenna a mollare. Non solo non si dimette, ma rimane aggrappata – con le unghie e con i denti – al suo incarico come se fosse l’ultima trincea.

Perché restare ad ogni costo alimenta la delegittimazione della figura istituzionale: la sindaca diventa simbolo di resistenza al cambiamento anziché promotrice.

Se governare significa servire la comunità, in questo caso appare evidente che l’atto più coerente sarebbe un passo indietro. Restare così, nel pieno della bufera, manda un messaggio pericoloso: che la carica politica sia più importante dell’interesse pubblico. Perché quando la fiducia – base stessa del mandato – vacilla, insistere a restare diventa un atto di arroganza, non di servizio.

Le motivazioni della mozione parlano chiaro: paralisi nella realizzazione delle opere pubbliche, carenza di progetti che portino sviluppo, gestione delle risorse poco trasparente.

Invece di affrontare queste criticità guardando avanti, l’amministrazione si cristallizza in una logica autoreferenziale: la sindaca resta, i problemi restano. È il segnale che il “governo della città” è diventato “mantenimento del potere”.

Una comunità che attende risposte, che ha diritto a concretezza, vede invece un’amministrazione che appare più impegnata a non cedere che a progredire.

Perché governare significa avere mandato chiaro, sostegno politico e fiducia sociale: quando nessuna delle tre è più reale, la continuità diventa insostenibile.

Perché scegliere di andarsene, non perché sconfitta, ma perché il contesto richiede una nuova fase, sarebbe un gesto di responsabilità.

Perché la città merita un’amministrazione focalizzata sul futuro, non su rimanere in sella fino a logorarsi.

Elena Gubetti ha ancora la carica, ma non pare avere più la condizione politica per esercitarla con efficacia. Il persistere al suo posto appare meno come scelta di servizio e più come atto di tenacia personale. Ma la politica non è (o non dovrebbe essere) questione di affezione alla poltrona: è chiamata a fare, cambiare, avanzare.

Cerveteri – vale la pena ribadirlo – merita un cambio di passo, i suoi cittadini meritano un’Amministrazione trasparente, attenta alle necessità della comunità e non alle proprie; capace di guardare ai prossimi dieci, vent’anni. Ed è evidente che l’Amministrazione barcollante di Gubetti non è assolutamente in condizione di farlo.

Per queste ragioni, è giunto il momento che la sindaca prenda atto della situazione e sua sponte rassegni le dimissioni. Senza la necessità di un formale voto di sfiducia, perché la sfiducia della città nei suoi confronti è ormai conclamata. A Cerveteri si sta rasentando il ridicolo, è ora di staccare la spina. Cara Gubetti, se davvero ami Cerveteri lascia adesso. Fallo quanto prima, se ancora ti rimane un briciolo di dignità.

Poi potrebbe essere troppo tardi.

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