Cerveteri
CAMPO DI MARE: SOLO MACERIE
Ad un anno dall’inizio del cantiere, Cerveteri è ancora al punto di partenza
Ad un anno dall’inizio del cantiere, Cerveteri è ancora al punto di partenza
Il lontano 2 luglio 2024 il Sindaco Gubetti, l’ex Sindaco Pascucci e il Vice Sindaco metropolitano Sanna, insieme a tutti gli esponenti dell’Amministrazione del Comune di Cerveteri, inaugurarono l’inizio dei lavori di riqualificazione del lungomare di Campo di Mare.
Stampando e affiggendo foto in formato gigante, ci mostrarono come i 2 milioni di euro provenienti dai fondi PNRR sarebbero stati impiegati. Purtroppo, come accade da oltre vent’anni, i progetti promessi si discostano puntualmente dalla realtà. Potremmo mai dimenticare i favolosi rendering del primo restyling del lungomare, conclusosi poi con una colata di cemento priva di ombra?
Oggi siamo passati dalla padella alla brace. Da mesi la frazione marina si ritrova con lavori fermi e “quattro frecce” accese. Entrando nella vicina, e ormai tristemente famosa, Piazza Prima Rosa, si sfiora l’assurdo: montagne di detriti si avvicinano alle abitazioni dei residenti, come se si fosse in un teatro di bombardamenti.
Come sempre, nessuno è responsabile di questo scempio. E così, fin da subito, iniziano a fioccare le scuse: “è stato rifatto l’affidamento dei lavori ad un’altra ditta”, oppure “i pini non permettono la sicurezza del cantiere”, o ancora “i lavori sono fermi a causa del maltempo”.
Viene da chiedersi: perché i lavori sono completamente fermi anche dove dovrà sorgere lo skating park e il parcheggio per la sosta camper? In quelle aree, di arbusti, nemmeno l’ombra.
Quanti mesi ancora dovremo aspettare per vedere compiuta quest’opera dedicata allo sport e al benessere? Siamo ormai a luglio 2025, a distanza di 365 giorni dalla presentazione, ma è ancora tutto in alto mare. Secondo la tabella dei lavori, i giorni previsti per concludere l’opera sono 486: il rischio concreto è che si arrivi alla perdita dei fondi PNRR, con enormi conseguenze per tutta la popolazione.
Nel frattempo, tra una scusa e l’altra, una splendida pineta è stata rasa al suolo. In tanti Comuni gli alberi vengono tutelati e si cerca di salvarli con interventi ad hoc; purtroppo, anche in questa occasione, la nostra amministrazione si è rivelata ambientalista solo a parole.
Vista la vena artistica del nostro territorio, abbiamo pensato che Piazza Prima Rosa possa essere utilizzata come set cinematografico per un film post-apocalittico: finora è stata la scenografia perfetta per influencer che, mostrando lo stato delle cose, ottengono migliaia di visualizzazioni, ferendo l’orgoglio e l’immagine di Cerveteri.
Continueremo a fare pressione sui vari enti interessati, a partire dal Comune e dalla Città Metropolitana di Roma Capitale. Ricordiamo che per completare i lavori restano circa 100 giorni.
Riusciranno i nostri eroi a consegnarci finalmente un lungomare degno di questo nome? Tanti sono i quesiti, ma purtroppo sempre troppo poche le risposte.
L’altra visione del nostro territorio
A Cerveteri si consuma un paradosso. La sindaca Elena Gubetti – chiamata dalla minoranza a rendere conto della propria azione amministrativa – sceglie di rimanere appiccicata al ruolo politico come se fosse un salvagente, nonostante sia evidente che la fiducia verso il suo operato sia seriamente compromessa.
La mozione di sfiducia nei suoi confronti è stata presentata con chiarezza: tra i motivi, la gestione definita “opaca e discutibile” delle risorse pubbliche, i ritardi sistematici nei lavori, l’esclusione di componenti dell’amministrazione dalle commissioni e la mancata condivisione degli indirizzi con la maggioranza.
Eppure Gubetti non accenna a mollare. Non solo non si dimette, ma rimane aggrappata – con le unghie e con i denti – al suo incarico come se fosse l’ultima trincea.
Perché restare ad ogni costo alimenta la delegittimazione della figura istituzionale: la sindaca diventa simbolo di resistenza al cambiamento anziché promotrice.

Se governare significa servire la comunità, in questo caso appare evidente che l’atto più coerente sarebbe un passo indietro. Restare così, nel pieno della bufera, manda un messaggio pericoloso: che la carica politica sia più importante dell’interesse pubblico. Perché quando la fiducia – base stessa del mandato – vacilla, insistere a restare diventa un atto di arroganza, non di servizio.
Le motivazioni della mozione parlano chiaro: paralisi nella realizzazione delle opere pubbliche, carenza di progetti che portino sviluppo, gestione delle risorse poco trasparente.
Invece di affrontare queste criticità guardando avanti, l’amministrazione si cristallizza in una logica autoreferenziale: la sindaca resta, i problemi restano. È il segnale che il “governo della città” è diventato “mantenimento del potere”.
Una comunità che attende risposte, che ha diritto a concretezza, vede invece un’amministrazione che appare più impegnata a non cedere che a progredire.
Perché governare significa avere mandato chiaro, sostegno politico e fiducia sociale: quando nessuna delle tre è più reale, la continuità diventa insostenibile.
Perché scegliere di andarsene, non perché sconfitta, ma perché il contesto richiede una nuova fase, sarebbe un gesto di responsabilità.
Perché la città merita un’amministrazione focalizzata sul futuro, non su rimanere in sella fino a logorarsi.
Elena Gubetti ha ancora la carica, ma non pare avere più la condizione politica per esercitarla con efficacia. Il persistere al suo posto appare meno come scelta di servizio e più come atto di tenacia personale. Ma la politica non è (o non dovrebbe essere) questione di affezione alla poltrona: è chiamata a fare, cambiare, avanzare.
Cerveteri – vale la pena ribadirlo – merita un cambio di passo, i suoi cittadini meritano un’Amministrazione trasparente, attenta alle necessità della comunità e non alle proprie; capace di guardare ai prossimi dieci, vent’anni. Ed è evidente che l’Amministrazione barcollante di Gubetti non è assolutamente in condizione di farlo.
Per queste ragioni, è giunto il momento che la sindaca prenda atto della situazione e sua sponte rassegni le dimissioni. Senza la necessità di un formale voto di sfiducia, perché la sfiducia della città nei suoi confronti è ormai conclamata. A Cerveteri si sta rasentando il ridicolo, è ora di staccare la spina. Cara Gubetti, se davvero ami Cerveteri lascia adesso. Fallo quanto prima, se ancora ti rimane un briciolo di dignità.
Poi potrebbe essere troppo tardi.

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