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Civitavecchia

La triste estate di Civitavecchia

La città portuale non decolla, commercianti e residenti polemizzano sulle scelte

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La città portuale non decolla, commercianti e residenti polemizzano sulle scelte

Si dice che Ferragosto rappresenti il culmine dell’estate e che, superato il 15 agosto, la stagione inizi a declinare. È quindi tempo di bilanci per un periodo che, se davvero Civitavecchia vuole diventare una città turistica, dovrebbe essere il più significativo dell’anno. Com’è andata allora l’estate? Una tristezza unica.

Mentre in tutto il comprensorio si moltiplicavano sagre, concerti gratuiti, feste di piazza ed eventi culturali, a Civitavecchia non è stato organizzato praticamente nulla. Anche città vicine come Tolfa e Ladispoli hanno proposto una stagione estiva ricchissima, capace di attrarre migliaia di visitatori. A Ladispoli, in particolare, l’estate è stata animata da una varietà di appuntamenti che hanno coinvolto tutte le fasce di pubblico.

E Civitavecchia? Anche il Summer Festival, che negli anni scorsi attirava decine di migliaia di persone, quest’anno chiuderà con numeri molto più bassi. E non saranno certo i fuochi di Ferragosto o il ritorno del Padellone a salvare la stagione.

Incomprensibile poi la scelta di non affiancare al Festival un mercatino, che lo scorso anno – anche in assenza di spettacoli – riusciva comunque a portare centinaia di persone a passeggiare alla Marina. I ristoratori del Pirgo, infatti, hanno denunciato un netto calo degli incassi: la conferma che una città turistica, per definirsi tale, deve offrire attrazioni. E da due anni, qui, mancano del tutto.

Basta osservare cosa è accaduto con la permanenza della Vespucci in porto: città piena, locali affollati, tutti soddisfatti. Oppure le code per Tolfarte, segno che quando gli eventi sono ben organizzati, la risposta del pubblico arriva eccome.

E se lo stesso assessore Alessi afferma in Consiglio Comunale che “Civitavecchia non è pronta per il turismo”, cosa dobbiamo aspettarci? Peccato che sia proprio lui a doverla preparare, considerando che il sindaco Piendibene continua a indicare il turismo come alternativa strategica alle vecchie servitù industriali.

Il turismo richiede continuità, programmazione e visione. Solo così Civitavecchia potrà diventare una meta abituale per chi vive in un’area che va da Grosseto a Terni, passando per Roma. Ma se le località intermedie offrono di più, resteremo sempre al palo. E col solito, desolante mortorio.

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