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La forza inizia dall’ascolto

Centro antiviolenza di Cerveteri “Le Farfalle”: a Litorale Oggi parla la responsabile Ileana Cigliano

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Basta violenza sulle donne

Centro antiviolenza di Cerveteri “Le Farfalle”: a Litorale Oggi parla la responsabile Ileana Cigliano

In un piccolo territorio, ogni passo verso la libertà può sembrare difficile, ma anche più potente. Con questo spirito lavora ogni giorno a Cerveteri il Centro Antiviolenza “Le Farfalle”, un presidio fondamentale per contrastare la violenza di genere e supportare le donne nei percorsi di uscita dalla violenza domestica, dallo stalking e dalla violenza sessuale.

Il centro è stato attivato nel 2023 grazie alla volontà dell’Amministrazione comunale, che ne ha promosso l’istituzione e seguito le procedure per ottenere i fondi regionali. A gestirlo è la Cooperativa BeFree, realtà impegnata da anni in progetti contro la violenza e la discriminazione, attiva in diverse regioni del Centro Italia.

“La nostra missione è accogliere le donne, ascoltarle, sostenerle e aiutarle a costruire percorsi di uscita dalla violenza, sempre nel pieno rispetto della loro volontà” – spiega a Litorale Oggi la responsabile del centro, Ileana Cigliano.

Le Farfalle offre ascolto, accoglienza, consulenza psicologica e legale, nonché una rete di collaborazione con i servizi territoriali (servizi sociali, consultori, tribunali, forze dell’ordine e avvocati) per costruire percorsi personalizzati, basati sui bisogni concreti delle donne.

Dalla sua apertura, il centro ha ricevuto quasi 300 richieste di aiuto: un numero significativo per il territorio, che conferma quanto il fenomeno sia diffuso e trasversale, senza distinzione di classe sociale o origine.

“Una difficoltà tipica di realtà come la nostra è la paura di essere riconosciute. Nei paesi ci si conosce tutti e molte donne esitano a chiedere aiuto per timore di perdere l’anonimato. Per questo rassicuriamo subito chi si rivolge a noi: il centro garantisce massima riservatezza, e ogni passo viene fatto solo con il consenso della donna” – sottolinea Ileana.

Il centro è attivo anche sul fronte della prevenzione e della sensibilizzazione: partecipa a eventi culturali e sociali, promuove convegni, protocolli con enti pubblici e privati, e campagne di informazione.

“Parlare di violenza di genere non basta: serve farlo bene. Per questo lavoriamo anche nelle scuole, nelle istituzioni e nei contesti formativi, perché il cambiamento culturale deve coinvolgere tutta la comunità”.

L’obiettivo è duplice: proteggere e restituire potere alle donne. Il centro investe in progetti di empowerment, formazione professionale e reinserimento lavorativo, consapevole che l’autonomia economica è uno degli strumenti più forti contro la dipendenza relazionale e la spirale della violenza.

“Continuiamo ad arricchire la nostra offerta, per avere sempre più frecce al nostro arco. Vogliamo offrire percorsi su misura, perché ogni storia è diversa e ogni donna ha diritto a una nuova possibilità”.

Le Farfalle è un luogo dove la paura si trasforma, passo dopo passo, in nuove opportunità.
Se sei una donna vittima di violenza, non esitare a chiedere aiuto. C’è chi è pronto a tenderti una mano: non temere di fare il primo passo.

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Cerveteri

EDITORIALE | PICCHETTATI ALLE SEDIE

L’altra visione del nostro territorio

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L’altra visione del nostro territorio

A Cerveteri si consuma un paradosso. La sindaca Elena Gubetti – chiamata dalla minoranza a rendere conto della propria azione amministrativa – sceglie di rimanere appiccicata al ruolo politico come se fosse un salvagente, nonostante sia evidente che la fiducia verso il suo operato sia seriamente compromessa.

La mozione di sfiducia nei suoi confronti è stata presentata con chiarezza: tra i motivi, la gestione definita “opaca e discutibile” delle risorse pubbliche, i ritardi sistematici nei lavori, l’esclusione di componenti dell’amministrazione dalle commissioni e la mancata condivisione degli indirizzi con la maggioranza.

Eppure Gubetti non accenna a mollare. Non solo non si dimette, ma rimane aggrappata – con le unghie e con i denti – al suo incarico come se fosse l’ultima trincea.

Perché restare ad ogni costo alimenta la delegittimazione della figura istituzionale: la sindaca diventa simbolo di resistenza al cambiamento anziché promotrice.

Se governare significa servire la comunità, in questo caso appare evidente che l’atto più coerente sarebbe un passo indietro. Restare così, nel pieno della bufera, manda un messaggio pericoloso: che la carica politica sia più importante dell’interesse pubblico. Perché quando la fiducia – base stessa del mandato – vacilla, insistere a restare diventa un atto di arroganza, non di servizio.

Le motivazioni della mozione parlano chiaro: paralisi nella realizzazione delle opere pubbliche, carenza di progetti che portino sviluppo, gestione delle risorse poco trasparente.

Invece di affrontare queste criticità guardando avanti, l’amministrazione si cristallizza in una logica autoreferenziale: la sindaca resta, i problemi restano. È il segnale che il “governo della città” è diventato “mantenimento del potere”.

Una comunità che attende risposte, che ha diritto a concretezza, vede invece un’amministrazione che appare più impegnata a non cedere che a progredire.

Perché governare significa avere mandato chiaro, sostegno politico e fiducia sociale: quando nessuna delle tre è più reale, la continuità diventa insostenibile.

Perché scegliere di andarsene, non perché sconfitta, ma perché il contesto richiede una nuova fase, sarebbe un gesto di responsabilità.

Perché la città merita un’amministrazione focalizzata sul futuro, non su rimanere in sella fino a logorarsi.

Elena Gubetti ha ancora la carica, ma non pare avere più la condizione politica per esercitarla con efficacia. Il persistere al suo posto appare meno come scelta di servizio e più come atto di tenacia personale. Ma la politica non è (o non dovrebbe essere) questione di affezione alla poltrona: è chiamata a fare, cambiare, avanzare.

Cerveteri – vale la pena ribadirlo – merita un cambio di passo, i suoi cittadini meritano un’Amministrazione trasparente, attenta alle necessità della comunità e non alle proprie; capace di guardare ai prossimi dieci, vent’anni. Ed è evidente che l’Amministrazione barcollante di Gubetti non è assolutamente in condizione di farlo.

Per queste ragioni, è giunto il momento che la sindaca prenda atto della situazione e sua sponte rassegni le dimissioni. Senza la necessità di un formale voto di sfiducia, perché la sfiducia della città nei suoi confronti è ormai conclamata. A Cerveteri si sta rasentando il ridicolo, è ora di staccare la spina. Cara Gubetti, se davvero ami Cerveteri lascia adesso. Fallo quanto prima, se ancora ti rimane un briciolo di dignità.

Poi potrebbe essere troppo tardi.

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