Connect with us

L'EDITORALE

LADISPOLI | Alessandro Grando continua la battaglia per l’ospedale

Siamo testimoni diretti della battaglia che sta portando avanti il Sindaco, al quale pure politici di statura nazionale hanno fatto promesse sul presidio ospedaliero; promesse che poi non hanno mantenuto. Alessandro, in questa ambiziosa sfida, va accompagnato, sostenuto e appoggiato da tutti. Nessuno può lavarsene le mani

Pubblicato

on

LADISPOLI | Alessandro Grando continua la battaglia per l'ospedale

Il tema della sanità a Ladispoli continua ad essere tra quelli più caldi, in questa estate 2025. È normale: quello alla salute è un diritto sacrosanto a cui ciascuno di noi, giustamente, tiene moltissimo.

A sentir parlare alcuni personaggi che bazzicano la politica locale, e a leggere certi post sui social, sembra che questa Amministrazione abbia ridotto all’osso l’assistenza sanitaria a Ladispoli. Beh, non è affatto così, anzi.

Prova ne è – per esempio – l’Ospedale di comunità, con l’inaugurazione simbolica della posa della prima pietra solo alcune settimane fa; senza dimenticare il potenziamento del 118 durante la stagione estiva.

Ma queste sono cose che chi è adeguatamente informato conosce già; d’altra parte, chi nega l’evidenza lo fa per partito preso e noi su questo non possiamo farci niente, visto che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.

Tuttavia, camici bianchi e ambulanze a parte, esiste anche una questione politica.

Non da ieri, infatti, l’aspetto che riguarda la sanità a Ladispoli è un argomento caliente, per non dire una patata bollente, soprattutto quando si parla di ospedale.

“Grando ci aveva promesso l’ospedale”, urlano sguaiati quelli dell’opposizione ma non solo.

Già, il famoso ospedale promesso dal Sindaco… Ma quando?

Siamo andati a rileggerci il programma elettorale di Alessandro. In ambito sanitario, si legge: “Il nostro obiettivo principale sarà quello di ottenere dalla Regione Lazio la realizzazione di un ospedale per il nostro distretto, per il quale ci impegniamo a mettere a disposizione gratuitamente un’area di proprietà comunale”. Ah, ecco.

Primo: Grando non avrebbe mai potuto promettere di fare un ospedale a Ladispoli, perché non è qualcosa che sta nelle sue mani, ma in quelle della Regione.

Secondo: ha scritto nero su bianco, addirittura nel programma con cui si è presentato agli elettori, che avrebbe fatto di tutto per ottenere dalla Regione la realizzazione di un presidio ospedaliero per il nostro territorio. Che è proprio quello che sta facendo, non da oggi.

Non solo: si era persino impegnato a mettere a disposizione, in maniera completamente gratuita, un terreno di proprietà comunale su cui costruire la struttura. E scusate se è poco.

E’ opportuno ricordare, per completezza di informazione, che quando il centrodestra era all’opposizione, in Consiglio regionale era stata approvata una mozione a favore della costruzione di un ospedale a Ladispoli; ora che invece il centrodestra è al governo, nonostante la Regione abbia concesso fondi importanti e fondamentali finanziamenti a Ladispoli, sull’ospedale non è riuscita a soddisfare le richieste, deludendo le aspettative.

Per questo il Sindaco Grando, in maniera trasparente e con grande onestà intellettuale, a più riprese, anche pubblicamente, per esempio in Consiglio comunale o in occasione di dichiarazioni stampa, ha sempre sottolineato di non essere soddisfatto di come la Regione Lazio abbia agito finora per quanto riguarda questo aspetto. Gli va dato atto di non essersi mai nascosto dietro un dito e di avere sempre affrontato la seppur delicata questione a viso aperto.

Certo, chi non vorrebbe un ospedale sotto casa propria? La politica sa bene che questo fa presa su ogni cittadino che tenga un minimo alla propria salute e alla propria vita. Ma portare a casa un risultato tanto ambizioso, non è qualcosa che si fa in 48 ore. È un’operazione che richiede tantissimo impegno sui tavoli delle istituzioni, un grande lavoro a livello politico, molta energia da dedicare alla costruzione di una comune volontà politica tra territorio e Regione e governo.

Non dobbiamo solo chiedere l’ospedale: dobbiamo convincere chi di dovere che è un passo da compiere, ormai improcrastinabile. Dobbiamo arrivare al punto in cui saranno loro a dire a noi che l’ospedale s’ha da fare, stop.

Siamo testimoni diretti della battaglia che sta portando avanti Alessandro, al quale pure politici di statura nazionale hanno fatto promesse sul presidio ospedaliero; promesse che poi non hanno mantenuto. Siamo sicuri, peraltro, che la pressione che il nostro primo cittadino sta continuando ad esercitare sulla Regione servirà, con il tempo, a costruire quella comune volontà politica di cui abbiamo parlato poc’anzi.

Scriviamo questo perché siamo anche stanchi di vedere dita puntate contro un Sindaco che sul tema sanità sta facendo tutto quanto è nelle sue mani. Saremmo curiosi di sapere chi mai avrebbe potuto fare meglio, al momento. A meno che ci sia qualcuno, a Ladispoli, capace di moltiplicare pane e pesci.

Alessandro Grando, sindaco di Ladispoli. Al suo fianco, il presidente del Consiglio comunale di Ladispoli, Carmelo Augello
Alessandro Grando, sindaco di Ladispoli. Al suo fianco, il presidente del Consiglio comunale di Ladispoli, Carmelo Augello

Da parte nostra, come semplici osservatori, possiamo solo affermare che, soprattutto in casi come questo, le divisioni politiche fanno male, essendo oltremodo controproducenti.

Alessandro in questa battaglia va accompagnato, sostenuto e appoggiato da tutti. Nessuno può lavarsene le mani. Quando si rema uniti verso la stessa direzione – maggioranza, opposizione, rappresentanti delle forze politiche, associazioni del territorio, cittadini – l’obiettivo risulta essere più a portata di mano.

Invece, purtroppo, anche recentemente abbiamo assistito ancora una volta alla solita scena in stile Bud Spencer e Terence Hill: un consigliere di opposizione in aula consiliare ha alzato la voce nei confronti dell’assessore alla Sanità Alessandra Feduzi. Proprio mentre lei esponeva il piano di potenziamento del 118, veniva accusata di non fare abbastanza – come se esistesse qualcuno a cui l’argomento sanità non sta a cuore.

Su temi così sensibili per i cittadini ci vorrebbe meno propaganda e più serietà, più coesione. A beneficio di tutti.

Giornalista, editore, fondatore e direttore di Litorale Oggi, Ladispoli News, ItaliaChiamaItalia.it e Azzurro Caribe. Da anni lavora tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, con un passaggio nel governo italiano (Farnesina). Cura la comunicazione di parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni

Continua a leggere
clicca per commentare

You must be logged in to post a comment Login

Leave a Reply

L'EDITORALE

Litorale Oggi risponde a Ladispoli Attiva: “Non siamo imparziali, stiamo dalla parte dei cittadini”

L’altra visione del nostro territorio – L’EDITORIALE

Pubblicato

on

L’altra visione del nostro territorio – L’EDITORIALE

Quei passivi di Ladispoli Attiva, in uno strampalato comunicato, se ne inventano di tutti i colori circa il rapporto che, a loro dire, esiste tra questo giornale e l’Amministrazione Grando. Logorroici e prolissi nello scritto così come negli interventi in Consiglio, ne sbagliano una dopo l’altra.

Sarebbe del tutto inutile, oltre che noioso per i lettori, riportare qui tutta la loro fuffa e usare questo prezioso spazio per replicare alle loro elucubrazioni. Tuttavia, quella nota conclude così:
“Postilla per lettori e cittadini: c’è ancora qualcuno che riesce a credere all’imparzialità e all’oggettività di ciò che scrive costui?”

Quel costui sarebbe il sottoscritto.

Se la prendono con un giornalista. Peggio ancora: con la firma di un giornalista.

E per uno che fa il mio mestiere – i colleghi più intelligenti e scafati lo sapranno molto bene – non esiste cosa più preziosa della propria firma.

Dunque, un momento: questa storia va chiarita. Per l’ennesima volta, visto che non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire. Però non voglio parlare di me, se non di questo giornale, che ho fondato e che dirigo dall’ormai lontano 2007.

Andiamo al sodo: Litorale Oggi non è imparziale, non lo è mai stato, non vuole esserlo. Sul territorio abbiamo già testate più o meno giornalistiche che si propongono come “imparziali” e che portano avanti un atteggiamento – dunque, visto che parliamo di giornalismo, una linea editoriale – che qualcuno definirebbe “democristiano”, quando in realtà sanno tutti molto bene qual è il loro gioco.

Ecco, noi non siamo quella roba lì: siamo sfacciatamente di parte. Lo abbiamo sempre dichiarato, in maniera molto trasparente. Siano i lettori a giudicare il nostro lavoro e le nostre idee: sono in effetti proprio loro, i lettori, gli unici giudici del nostro operato.

Insomma, non capiamo perché quegli individui di Ladispoli Attiva vogliano dipingermi/dipingerci come qualcuno che ha voluto vendere lucciole per lanterne: lo abbiamo dichiarato pubblicamente, a più riprese, da che parte stiamo. E allora facciamolo ancora una volta, giacché repetita iuvant.

Quando a Ladispoli governavano “quelli bravi” – gli stessi che oggi ci fanno la predica e la morale – si spendevano oltre 100mila euro l’anno per un giornalino che era di fatto organo ufficiale dell’Amministrazione. Senza contare i 20mila euro per il direttore responsabile. Altro che obiettività e imparzialità: i compagni il giornale se lo pagavano coi soldi pubblici e ci scrivevano quello che volevano.

Litorale Oggi, al contrario, non percepisce fondi pubblici. Nemmeno un centesimo. Questo progetto si sostiene con la fatica, la passione, l’impegno dei promotori e il sostegno degli sponsor.

Litorale Oggi si schiera con chi lavora e dà lavoro, con chi produce e crea sviluppo e ricchezza; con gli imprenditori, i commercianti, i liberi professionisti che portano avanti l’economia di questa città. Allo stesso modo, ci sentiamo vicini ai più deboli, ai dimenticati, a chi il lavoro l’ha perso, a chi è costretto a scegliere tra i libri per la scuola dei figli e la spesa alimentare per la casa. A tutti loro, noi vogliamo dare spazio e voce. Renderli protagonisti con l’arma più forte di tutte: la penna.

Sposiamo i valori della libertà e della democrazia, ma ci piace l’ordine, la sicurezza. Siamo contro l’immigrazione incontrollata, a favore della famiglia, per la proprietà privata e l’iniziativa produttiva. Non ci piacciono quelli del no a prescindere, i malati del green a tutti i costi. Soprattutto, non sopportiamo l’ignoranza e la maleducazione. C’è bisogno di essere di destra o di sinistra per questo? Hanno colore, queste nostre convinzioni? Fate vobis.

A noi, alla fine, interessa soltanto una cosa: che continuiate a leggerci.

Continua a leggere

SEGUICI SU FACEBOOK

Le più lette del mese