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CERVETERI | FDI NOMINA ORSOMANDO

Una bella sfida per il nuovo coordinatore di Cerveteri, Salvatore Orsomando

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Una bella sfida per il nuovo coordinatore di Cerveteri, Salvatore Orsomando

Salvatore Orsomando, recentemente sei stato eletto coordinatore di Fratelli d’Italia a Cerveteri. Qual è la fotografia attuale di Fratelli d’Italia nella tua città?
FdI sta consolidando un percorso di condivisione politica con le altre forze della coalizione, finalizzato alla creazione di un’alternativa all’immobilismo di un’amministrazione senza capo né coda.

Come giudichi il lavoro portato avanti dalla Sindaca e dalla sua maggioranza?
Il lavoro portato avanti dalla sindaca, finora, ha rappresentato solo ordinaria amministrazione. L’inefficienza della sua azione amministrativa è testimoniata da una città priva di decoro e senza un minimo accenno di sviluppo.

La cronaca parla chiaro: si susseguono nel territorio di Cerveteri furti nelle abitazioni private. Esiste un problema di sicurezza?
Per quanto riguarda la sicurezza, bisogna ammettere che siamo di fronte a un territorio molto vasto e con forze dell’ordine sott’organico, che comunque ringraziamo per l’encomiabile lavoro. Sarà nostro dovere impegnarci tutti, presso i nostri referenti politici, al fine di ottenere più risorse umane a disposizione.

Avete tanto: storia, cultura, architettura, gastronomia. Eppure, a volte, Cerveteri — rispetto alle altre città del litorale, come la vicina Ladispoli — sembra dormire di un sonno profondo. Non avrebbe bisogno di essere svegliata da questo torpore per valorizzare al meglio i suoi punti di forza?
Non possiamo fare paragoni con le nostre città confinanti, perché ognuna ha le sue caratteristiche e peculiarità. Resta comunque il fatto che il nostro inestimabile patrimonio storico, non essendo purtroppo nelle corde di questa amministrazione, sta scadendo nel degrado più profondo. Stiamo redigendo un programma alternativo, che presto condivideremo con gli alleati politici, in un percorso comune che spero possa riportare il centrodestra al governo della nostra città.

Giornalista, editore, fondatore e direttore di Litorale Oggi, Ladispoli News, ItaliaChiamaItalia.it e Azzurro Caribe. Da anni lavora tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, con un passaggio nel governo italiano (Farnesina). Cura la comunicazione di parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni

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Cerveteri

Una Cerveteri immobile e miope

Gianluca Paolacci: un’analisi lucida sulla condizione della città cerite

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Gianluca Paolacci: un’analisi lucida sulla condizione della città cerite

Si è recentemente conclusa la tradizionale Sagra dell’Uva a Cerveteri, un appuntamento che, ancora una volta, ha richiamato in città un buon numero di persone, sia residenti che visitatori occasionali. La cosa che dovrebbe più far riflettere è che questo weekend, che dovrebbe essere percepito come un momento ordinario di una città come la nostra, sia vissuto come un momento eccezionale, unico. Una festa riuscita, senza dubbio, grazie all’impegno soprattutto dei Rioni, impegno che conferma il desiderio della nostra comunità di ritrovarsi, celebrare le proprie radici e godere di momenti di socialità.

Eppure, se vogliamo essere sinceri, non basta. Cerveteri è una delle città più storiche del Lazio e dell’Italia intera, non può basare la sua attrattiva su una sagra, un evento spot che non ha né seguito né programmazione. Una manifestazione del genere non può ridursi a un evento isolato, fine a se stesso, ma deve diventare il punto di partenza per una strategia di valorizzazione turistica ed economica che duri nel tempo. La Sagra dovrebbe essere un volano, un marchio riconoscibile, capace di generare ricadute reali su commercio, ristorazione, artigianato e filiere produttive locali. Invece ogni anno ci ritroviamo a celebrare per quattro giorni e a spegnere le luci subito dopo, tornando a un grigiore che dura per gli altri 361 giorni.

Questo è il vero limite della nostra città: un immobilismo amministrativo che soffoca Cerveteri da troppo tempo. Una città che vive di episodi, di slanci momentanei, senza mai riuscire a trasformare le proprie potenzialità in opportunità concrete. Non si governa stando “alla finestra”, in attesa che le cose accadano. Si governa prendendo iniziativa, pianificando, investendo. Bisogna affrontare l’impegno politico con un’altra visione: lavorare per un bilancio sano e progettare una serie di interventi urbanistici, strutturali e turistici volti a rilanciare l’immagine di una città percepita all’esterno come spenta e intristita.

Basta guardarsi intorno: da oltre vent’anni non vediamo un cantiere significativo per opere pubbliche o riqualificazione urbana. L’edilizia è ferma agli anni Ottanta, l’agricoltura – un tempo eccellenza assoluta del nostro territorio – è stata penalizzata da politiche sbagliate e da atteggiamenti miopi, mentre il commercio locale vive un declino costante. Eppure, nonostante queste evidenze, chi amministra continua a lodarsi e incensarsi, in un esercizio di autocompiacimento distante anni luce dalla realtà. Aggiudicarsi i fondi per costruire un Palazzo dello Sport è un risultato eccezionale per la città, ma adesso bisogna avere la capacità non solo di metterlo in piedi, ma anche di organizzare un progetto che faccia di questo palazzo un’opportunità. Solo allora si può parlare di visione.

Il vero dramma è che Cerveteri possiede tutte le carte in regola per essere protagonista: un patrimonio storico e culturale unico, riconosciuto dall’UNESCO, un paesaggio naturale straordinario, una tradizione agricola che meriterebbe ben altro sostegno e valorizzazione. E invece la città resta ferma, incapace di trasformare la sua bellezza in motore di sviluppo, prigioniera di un’amministrazione che non riesce – o non vuole – imprimere una direzione chiara. Cerveteri ha bisogno di un cambio di marcia immediato. Serve un progetto di marketing territoriale serio, che sappia collocare la città nel panorama turistico nazionale e internazionale, che dia nuova linfa al commercio, che rimetta in moto l’edilizia con interventi di rigenerazione urbana, che restituisca dignità e futuro alla nostra agricoltura. Non bastano le feste, non bastano le foto di rito, non bastano le parole vuote.

Questa amministrazione è giunta a un punto di non ritorno. Non si può più vivere di rendita o di ricordi: Cerveteri va liberata da questo immobilismo e rilanciata con coraggio, idee e concretezza. È il momento di guardare avanti e restituire alla nostra città il posto che merita, all’altezza della sua storia e del suo nome.

CONSIGLIERE COMUNE DI CERVETERI
GIANLUCA PAOLACCI

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