Arte e Cultura
1° Rossellini Film Festival
Omaggio al grande Maestro del cinema che dà il nome al cuore di Ladispoli
Omaggio al grande Maestro del cinema che dà il nome al cuore di Ladispoli
A 48 anni dalla sua scomparsa e in occasione dell’80° anniversario di “Roma, città aperta”, Ladispoli si prepara a scrivere una nuova e importante pagina di storia culturale. Ne abbiamo parlato con l’Assessore alla Cultura Margherita Frappa, che ci ha svelato i dettagli del Rossellini Film Festival.
Un omaggio dovuto a Roberto Rossellini
Assessore, Ladispoli ospiterà per la prima volta un Festival internazionale dedicato a Roberto Rossellini.
Finalmente! È un atto dovuto. Rossellini ha vissuto a lungo tra Ladispoli e Roma, e proprio in quegli anni ha realizzato capolavori come Roma città aperta. Dedicargli un festival significa riconoscere il legame profondo tra il Maestro e il nostro territorio, e allo stesso tempo collocare Ladispoli in un orizzonte culturale internazionale. È un momento storico per la città.
I giovani al centro del progetto

Il festival non sarà solo un omaggio al passato, ma anche un ponte verso il futuro. Come coinvolgerete i giovani?
Il cuore del progetto sono proprio i giovani. Abbiamo previsto laboratori, workshop, incontri con registi e attori, spazi di formazione anche per studenti delle scuole. Vogliamo che non siano semplici spettatori, ma parte attiva del festival. Il cinema diventa così uno strumento per educare al pensiero critico, alla creatività e alla bellezza: è il nostro investimento sul futuro.
La retrospettiva su “Roma, città aperta” cade in un anniversario molto importante. Che valore assume oggi questo capolavoro?
Roma, città aperta è un film che ha cambiato la storia del cinema, ma soprattutto è un’opera che parla di libertà e dignità. Sono valori che oggi, in un mondo attraversato da conflitti e nuove fragilità sociali, risultano più attuali che mai. Rivedere questo capolavoro a 80 anni dalla sua uscita significa riflettere su come costruire un presente e un futuro più giusti.
Ci può anticipare qualcosa sul programma e sulle presenze attese?
Stiamo lavorando a un programma ricco e sorprendente. Ci saranno ospiti di rilievo, collaborazioni con ambasciate, istituti di cultura e università. Stiamo creando una rete che unisce Ladispoli a Roma e al mondo, proprio nello spirito di Rossellini, che ha sempre visto il cinema come un linguaggio universale. Alcune presenze saranno svelate a breve, ma posso assicurare che ci saranno grandi nomi e occasioni irripetibili di confronto.
Un atto di coraggio culturale per Ladispoli
Lei ha definito il festival un “atto di coraggio culturale”. Qual è la sfida più grande che vi attendete?
La sfida più grande è dimostrare che anche una città come Ladispoli può diventare protagonista di un grande evento internazionale. La Biennale Internazionale d’Arte della Riviera Romana è stato il primo atto di coraggio culturale che ha aperto la strada: oggi con il Rossellini Film Festival rilanciamo quella stessa visione. Non servono solo risorse economiche, ma soprattutto visione, coraggio e capacità di fare rete.
Il mio sogno è che questo festival diventi un appuntamento annuale, capace di attrarre giovani, turisti e appassionati di cinema da tutto il mondo. Vorrei che il nome di Rossellini fosse per Ladispoli un faro che illumina il futuro e che il cinema diventasse parte integrante dell’identità culturale della città.
Arte e Cultura
L’importanza di parlare le lingue
Più che un semplice percorso di studi, una vera e propria formazione della persona
Più che un semplice percorso di studi, una vera e propria formazione della persona
Riguardo il nostro percorso scolasti co siamo tutti d’accordo su due punti: uno, che non tutte le materie che studiamo torneranno utili nella vita, e due, se c’è una materia per la quale vale la pena impegnarsi è la lingua straniera.
Purtroppo ti rendi conto di quanto le lingue siano importanti quando è ormai troppo tardi. Non che ci sia un’età definita per studiare una nuova lingua, tuttavia la ricettività e l’elasticità dei bambini rende il processo più naturale.
La mente di noi adulti è piena di sovrastrutture date dalle esperienze e da tutte le cose che impariamo nel corso della vita. Un po’ come un hard disk al limite della sua capacità. La mente di un bambino invece, è brulla, assimila senza porsi troppe domande, prende per buona l’informazione e la immagazzina senza processarla.
Per questo l’ideale per i bimbi sarebbe una baby sitter che parli loro un’altra lingua fino al momento in cui sono in grado di leggere e scrivere, più o meno fino ai sei anni. L’ideale per apprendere perfettamente nuove lingue è senza dubbio un corso privato che parallelamente al programma scolastico dia al bambino gli strumenti per iniziare a padroneggiare la nuova lingua.
L’utilità di essere stimolati alla conoscenza

In questo articolo però, vorrei soffermarmi sull’utilità dell’essere stimolati alla conoscenza di qualcosa che non ci appartiene. Io personalmente ho cominciato a studiare lingue per la paura di incontrare persone che parlandomi non avrei capito, avevo, fin da bambina, il desiderio di capire tutti.
Approcciare una nuova lingua è prima di tutto un esercizio per noi stessi, abituiamo il nostro cervello a non fossilizzarsi sulla sintassi che conosciamo, ma sforzandoci a comunicare costringiamo la nostra mente all’elasticità. Un allenamento che forma il nostro carattere, induce sicurezza e ci aiuta ad adattarci a quando abbandoniamo la nostra comfort zone.
Una persona poliglotta la riconosci subito: ha un’ottima capacità di ascolto, un buon orecchio ed è in grado di riprodurre suoni, anche i più diversi da quelli della lingua madre.
Per un bambino avere fin da piccolo la capacità di adattarsi lo aiuterà nella vita da adulto, subirà meno il disagio delle circostanze diventando una persona più sicura e consapevole.
I bimbi si sa, vivono tutto come un’avventura, se i genitori riescono a stimolarlo in questo senso il bimbo sarà pronto e impaziente di vivere nuove esperienze, di raccontare ai suoi compagni le emozioni di un viaggio e degli amichetti che si è fatto in un paese diverso.
Possiamo predisporre i ragazzi già da piccoli ad avere una mentalità aperta e a non giudicare quello che percepiscono come diverso, anzi, saranno curiosi di scoprire una nuova cultura.
Ad oggi sono orgogliosa di poter dire che parlo fluentemente cinque lingue, mi batterò sempre affinché i ragazzi siano incoraggiati alla conoscenza di più lingue possibili. La mentalità aperta, il rispetto e l’autostima renderanno il mondo un posto migliore.
Get ready to travel!
Sara Inga

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