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Arte e Cultura

Grottaccia: teatro sotto le stelle

Archiviata con successo l’estate, Leonardo Imperi si dedica ai suoi ragazzi

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Archiviata con successo l’estate, Leonardo Imperi si dedica ai suoi ragazzi

L’estate di Ladispoli si è accesa non solo grazie ai tanti eventi gratuiti che si sono tenuti in Piazza Rossellini, ma anche grazie a un palinsesto culturale vivace e coinvolgente all’interno della suggestiva cornice della Grottaccia.

Palcoscenico a cielo aperto che ha ospitato eventi memorabili, la Grottaccia è un luogo di cultura iconico per la città di Ladispoli; dietro le quinte, a dirigere l’intera operazione, c’è stato Leonardo Imperi, Direttore Artistico de La Valigia dell’Attore, a cui l’Amministrazione ha concesso l’uso non esclusivo e di fatto l’organizzazione del palinsesto del sito. Abbiamo incontrato Leonardo per fare il punto della situazione e guardare al futuro, tra sfide, soddisfazioni e nuovi progetti in corso.

Ciao Leonardo! Allora, innanzitutto raccontaci com’è andata questa estate.

Beh, direi che l’estate alla Grottaccia è andata molto bene, non posso che esprimere profonda soddisfazione, a nome mio ma credo di poter parlare anche a nome di chi mi ha aiutato nell’organizzazione di tutta la stagione. Ringrazio il sindaco Alessandro Grando per il coraggio e la fiducia che ripone in questo progetto e l’Assessore alla Cultura Margherita Frappa per la disponibilità e la passione. Non posso parlare per loro ma immagino siano molto contenti di come sono andate le cose. Quindi credo sia doveroso esprimere tutta la mia gratitudine non solo a tutta l’Amministrazione che mi ha voluto ancora alla direzione degli eventi culturali estivi, ma anche a tutti i miei collaboratori, ai tecnici, alle associazioni stesse che si sono esibite, perché è stato davvero un grandissimo lavoro di squadra.

Quali sono state le principali sfide che hai incontrato nella direzione artistica di questa stagione alla Grottaccia?

Certamente riuscire negli incastri del calendario, esaudire le richieste di associazioni ed artisti non sempre è così scontato: noi avremmo dovuto organizzare una trentina di serate a partire dalla metà di giugno fino a dopo Ferragosto, ma le associazioni locali preferiscono esibirsi principalmente agli inizi della stagione estiva. E considerando che erano più di 20, trovare un giorno disponibile che potesse andare bene a tutti è stata certamente la difficoltà più grande.

E le tue più grandi soddisfazioni?
Ho motivo di credere che tutti coloro che si sono esibiti siano rimasti soddisfatti dell’organizzazione. Il nostro compito è quello di farli sentire a casa, ovvero di metterli nelle condizioni ideali per poter esprimere la propria arte. La maggior parte degli spettacoli che sono andati in scena hanno avuto una preparazione piuttosto lunga, durata mesi se non addirittura un anno intero e quindi la nostra soddisfazione più grande è leggere la gioia negli occhi di chi si esibisce.

Settembre è ormai iniziato: sono in arrivo nuovi progetti per la tua associazione, La Valigia dell’Attore?

Alla fine del mese riprenderemo le attività didattiche presso il centro d’arte e cultura, che ormai da 12 anni è la sede delle nostre lezioni. Ora ci prendiamo qualche giorno di riposo per ricaricare le pile e poi ripartiamo più forti di prima!

Un augurio che fai a te, ai tuoi allievi e alla Valigia dell’Attore?

Personalmente mi auguro di non perdere quell’entusiasmo e quella passione che metto nel mio lavoro e nei miei progetti. Ma al tempo stesso rivolgo un augurio simile ai miei allievi, affinché trovino la felicità nelle scelte che fanno e non abbiano mai rimpianti.

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Arte e Cultura

L’INTERVISTA | Elisa Selli: l’arte e la natura

L’artista concittadina protagonista della mostra di arte contemporanea MYRTUS

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Elisa Selli

Elisa Selli, l’arte che parla alla natura e all’anima. In mostra con MYRTUS a Napoli. L’artista Elisa Selli, nostra talentuosa concittadina, è la protagonista della mostra di arte contemporanea MYRTUS, ospitata presso la suggestiva home gallery 480 site-specific di Napoli. Tra le pittrici più promettenti della scena contemporanea italiana, Elisa sta vivendo un’ascesa luminosa: le sue opere, profondamente ispirate alla natura, sono esposte in gallerie e spazi espositivi in tutta Italia, conquistando pubblico e critica.

Ma Elisa non è solo una pittrice. È anche l’anima di Lea, uno spazio creativo nei pressi di Piazza Vittorio, dove l’arte incontra l’inclusione. Un laboratorio aperto, dedicato a progetti speciali per ragazzi speciali — un luogo dove l’espressione artistica diventa strumento di connessione e crescita.

Abbiamo incontrato Elisa per farci raccontare di più sulla sua visione artistica e sul suo percorso, tra radici, ricerca e futuro.

Elisa, raccontaci delle tue opere: da dove nasce la tua ricerca artistica?

Il mio lavoro prende forma da suggestioni naturali, botaniche e geologiche. Sono immagini che rielaboro in chiave pittorica o installativa, cercando sempre un dialogo profondo con lo spazio che le accoglie. Mi affascina il modo in cui la memoria dei luoghi si intreccia con le forme della natura e come queste diventino metafora delle nostre fragilità, ma anche della nostra capacità di resistere. Spesso creo opere specifiche che si integrano con l’architettura o il paesaggio circostante. La mia è una riflessione continua sul tempo, sulla stratificazione e sull’impermanenza. La botanica, per me, non è solo una scienza, ma un linguaggio poetico: un archivio di storie invisibili. Ogni pianta racchiude una memoria, un’identità, una geografia. Con il mio lavoro cerco di dare voce a questi silenzi, di ricucire il legame profondo tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda.

Che emozione è stata vedere le tue opere esposte a Napoli?

Napoli ha un’energia viscerale, difficile da spiegare a parole. Esporre lì, in una città così vibrante e ricca di storia, è stato un momento molto forte. Mi sono sentita parte di qualcosa di più grande, in dialogo con artisti , architetture, persone che fanno della città un laboratorio creativo continuo. È un luogo dove tutto pulsa: è stato un onore farne parte.

Sebbene tu sia molto giovane, hai già alle spalle un percorso ricco di esperienze e collaborazioni. Quanto è difficile orientarsi in questo mondo?

È una sfida costante. Il percorso dell’arte contemporanea non è mai lineare, richiede fiducia, apertura, capacità di mettersi in discussione. Ogni mostra, ogni collaborazione, ogni residenza è un nuovo inizio. Ma credo che proprio questa instabilità sia anche la parte più viva e autentica del fare arte: ti obbliga a restare in ascolto, a reinventarti, a cambiare prospettiva.

Come ti immagini tra vent’anni?

Mi auguro di continuare a creare con la stessa curiosità di oggi, magari immersa in un giardino pieno di piante rare. Vorrei che il mio lavoro potesse continuare a viaggiare, a incontrare culture e paesaggi diversi. Sogno un’arte che sia parte di un ecosistema più ampio, dove scienza, natura e spiritualità si incontrano per raccontare nuovi futuri. Un’arte che non solo rappresenta, ma che trasforma.

MATTEO GUGLIELMINO

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