Turismo
Ladispoli stringe i denti
Ladispoli punta su eventi, accoglienza e programmazione continua per contrastare il turismo “mordi e fuggi” e diventare un modello per la costa tirrenica.
La crisi turistica investe le coste italiane, la nostra città serra i ranghi e resiste
Negli ultimi mesi, molte località balneari italiane hanno dovuto fare i conti con un fenomeno preoccupante: gli ombrelloni stagionali sono affittati, ma i clienti arrivano soltanto il sabato e la domenica.
È un turismo “mordi e fuggi” che impoverisce le nostre spiagge nei giorni feriali, riduce i consumi e mette in difficoltà ristoratori, stabilimenti e operatori turistici.
Ladispoli, a differenza dell’intero comprensorio, se pur con difficoltà, resiste e si afferma come città di riferimento.
Come assessore al Turismo, non posso ignorare queste dinamiche.
Valutiamo e proviamo a fare delle proiezioni calcolando possibili varianti o soluzioni. La nostra città sta reagendo a differenza di altre che si svuotano di cittadini e imprenditori.
Sappiamo bene che i motivi della crisi sono strutturali:
- L’inflazione che riduce il potere d’acquisto
- Il caro-ombrellone
- La concorrenza di mete low cost
- Il meteo instabile
Ma proprio per questo non possiamo limitarci a “subire” la stagione: dobbiamo guidarla.
Oltre il weekend
Non ci accontentiamo di contare i turisti nei weekend: lavoriamo ogni giorno per dare loro motivi validi per restare di più.
Analizzando i dati di tutta la costa tirrenica, si evince come la crisi non intacchi le strutture con un target alto spendente. Si sa tuttavia, che in momenti incerti la mediocrità viene spazzata via mentre l’élite rafforza la clientela.
Dobbiamo impegnarci ad intercettare un target più consapevole e questo lo si ottiene con:
- Accoglienza
- Proposta
- Competenza
Un team work fra istituzioni e privati che definisce dei protocolli standard per acquisire la brand reputation necessaria a lucidare l’etichetta della città oltre confine.
Una programmazione continua
Ciò nonostante, Ladispoli fa a sportellate, resiste con un progetto che richiede impegno: programmazione continua. Non ci sono “giorni morti”.
Dalla Sagra del Carciofo agli eventi di piazza, dai concerti estivi agli spettacoli teatrali della Grottaccia, fino alle attività sportive sulla spiaggia e alle visite alle Oasi naturalistiche, la città offre un calendario vivo tutta la settimana.
Non si tratta solo di intrattenimento: ogni evento è pensato per valorizzare ciò che siamo, dalla nostra storia alle tradizioni marinare, all’intrattenimento.
Verso la prossima stagione
Si lavora alla stagione prossima, dove non ci possiamo permettere di arrivare sprovvisti di soluzioni.
Saranno indetti tavoli di confronto con gli addetti ai lavori, c’è bisogno di collaborazione da tutte le parti e soprattutto non si può pensare di offrire un servizio rimanendo impigliati in un modo di fare accoglienza vecchio di trent’anni.
Le esigenze mutano, di pari passo domanda e offerta non possono essere da meno.
Idee su cui discutere
Gli spunti su cui discutere possono essere diversi:
- Una giornata infrasettimanale con prezzi calmierati per ombrelloni e lettini
- Olimpiadi estive che coinvolgono stabilimenti, associazioni e scuole
- Convenzioni con realtà del territorio
Ma il miglioramento continuo della proposta e del servizio devono essere imprescindibili.
Rinnovare la proposta
Dobbiamo renderci conto che la formula Dj Set e aperitivo è inflazionata, ha fatto il suo tempo e forse non è più sufficiente per rendere una struttura accattivante, o comunque non può essere il centro del progetto.
Dobbiamo essere in grado di confrontarci, ragionare e fare quello switch necessario a cambiare la proposta, plasmarla in base all’esigenza attuale.
Il turismo non è solo numeri: è esperienza, emozione, ricordo.
Chi vive Ladispoli deve poter tornare a casa raccontando di un luogo che non si limita a offrire sole e mare, ma che accoglie, sorprende e coinvolge.
I grandi eventi sono uno slancio incredibile per un turismo emozionale.
La sfida è grande, ma sono convinto che il nostro modello possa essere un esempio: trasformare ogni giorno in un’occasione, ogni stagione in un’opportunità.
Ladispoli non aspetta il weekend: Ladispoli deve vivere tutta la settimana.
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Turismo e grandi eventi a Ladispoli
Un indotto economico da 7 milioni di euro per la città
Un indotto economico da 7 milioni di euro per la città
Spesso ci raccontiamo che a Ladispoli mancano strutture ricettive, alberghi e soluzioni per il turismo. Quelle vecchie dicerie che abbiamo sentito talmente tante volte che quasi ce ne siamo convinti. Al netto delle nuove tendenze che oggi hanno generato a Ladispoli un complessivo di circa 1.400 posti letto, c’è da dire che l’analisi dovrebbe essere più ampia: perché il forte di Ladispoli, si sa, è la sua posizione.
In virtù di questo, la valutazione deve prendere in considerazione un flusso di visitatori giornalieri che intercetta la nostra città. Il turismo non si conta solo con i soggiorni nelle strutture cittadine. A Ladispoli, nel perimetro dei 70 giorni di programmazione estiva in Piazza Rossellini, i grandi eventi sono una calamita per il turismo di prossimità: migliaia di persone che scelgono la nostra città per un concerto o per il tempo libero e rientrano in serata.
Turismo di prossimità e dati nazionali
È la fotografia che l’ISTAT offre del fenomeno delle escursioni giornaliere (42,4 milioni nel 2024) e che la Banca d’Italia inquadra definendo gli escursionisti come visitatori con zero notti e spesa minore per persona. Per misurare l’impatto reale, quindi, dobbiamo partire da qui.
Nella valutazione del nostro cartellone fissiamo alcuni prudenti capisaldi. Gli eventi clou del Summer Fest con Gaia, Fred De Palma e Francesco Renga hanno portato circa 6.000 spettatori a serata; Max Giusti, Giorgio Vanni e DJ Osso si sono attestati su una platea di circa 4.000 partecipanti. Completano il quadro gli appuntamenti medi da 1.000 presenze e le serate minori con band locali da 500 spettatori, per un totale di 50 spettacoli.
Numeri e impatto economico
Tradotto in volumi complessivi, la rassegna ha richiamato circa 59.000 partecipanti, di cui 30.000 concentrati nelle sei serate principali e i restanti 29.000 distribuiti tra gli altri appuntamenti. Questo pubblico va diviso in tre gruppi: il 10% di spettatori che ha soggiornato in città almeno una notte (dato molto prudente) e il 50% di residenti, la cui spesa giornaliera è naturalmente più bassa rispetto a chi trascorre lontano da casa l’intera giornata. Il restante sono escursionisti.
Per trasformare questi dati in un potenziale indotto, utilizziamo gli strumenti pubblici: Isnart–Unioncamere stima per il Lazio una spesa, oltre viaggio e soggiorno, di circa 77 € a persona e una spesa media per alloggio di 59 €. Applichiamo dunque 77 € agli escursionisti e la somma di 77 + 59 € ai pernottanti. Per i residenti, che non sostengono costi di viaggio, l’impatto va calcolato come spesa aggiuntiva per ristorazione e consumo: una forbice tra 25–35 € a persona, definita in base alle indicazioni provenienti da studi di settore.
Un indotto diretto di 3,5 milioni di euro
Il calcolo che ne deriva è semplice e lineare. Su 59.000 spettatori totali, 5.900 sono pernottanti e 53.100 non pernottanti; tra questi ultimi, 29.500 sono residenti e 23.600 sono visitatori giornalieri. Applicando i parametri citati sopra, l’indotto diretto della rassegna si aggira attorno ai 3,5 milioni di euro.
Non si tratta di valori teorici, poiché misurati con gli stessi parametri con cui le Camere di Commercio pesano i festival nelle diverse regioni. Le linee guida definiscono anche un indotto indiretto a monte: fornitori, logistica, lavoro temporaneo e servizi tecnici.
Valore d’immagine e ritorno reputazionale
Oltre l’aspetto sociale, che in questo articolo non prendiamo volutamente in considerazione, c’è un ritorno d’immagine: un valore reputazionale da misurare in copertura mediatica, ricerche online, intenzioni di visita, ritorni stagionali e non. Senza gonfiare i numeri, adottando un moltiplicatore prudente tra 1.5 e 2.0, come suggerito dagli studi di settore, l’impatto economico complessivo del cartellone si colloca in un range che va da 5 a 7 milioni di euro. Un valore coerente per una città baricentrica a Roma.
Una vetrina per la città e per il territorio
C’è infine il valore della continuità scenica. Il palco montato per 70 giorni non è solo un’infrastruttura, ma anche una vetrina permanente per le band del territorio, un dispositivo di identità e orgoglio civico che alimenta la partecipazione.
Inoltre, il turismo di pertinenza gioca un ruolo chiave nella destagionalizzazione dei flussi, perché fidelizzando il visitatore che vive a breve distanza dalla nostra città, ci sono alte probabilità che torni anche in bassa stagione.
Conclusioni: Ladispoli e il turismo reale
La chiave di lettura è quindi definita: i grandi eventi di Piazza Rossellini generano turismo reale perché sommano volumi importanti di pubblico a una struttura di indotto misurabile, distinguendo correttamente tra residenti, escursionisti e pernottanti.
Se ci limitassimo ai soli soggiorni, lasceremmo fuori più di metà della storia. Con i numeri alla mano — 59.000 presenze su 50 serate, un indotto diretto attorno a 3,5 milioni e un impatto complessivo che, per prudenza, collochiamo tra 5 e 7 milioni — si dimostra che la programmazione non è un costo a fondo perduto e nemmeno un megafono di propaganda, bensì una concreta leva economica e identitaria.
Perché anche a Ladispoli il turismo di prossimità è l’ossatura che riempie la piazza, sostiene l’indotto e fa crescere la reputazione della città.

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