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Cronaca

FOTO | San Giuseppe, patrono di Ladispoli: la corona deposta sul fondale del mare nello Scoglio del Corallo

La statua sarà inoltre arricchita da un’ancora donata dai pescatori artigiani di Ladispoli, in particolare da Simone Cianflone

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San Giuseppe, patrono di Ladispoli: la corona deposta sul fondale del mare nello Scoglio del Corallo (foto: Luigi Cicillini)

Una suggestiva cerimonia in mare ha visto la deposizione di una corona presso la statua di San Giuseppe, patrono della città, che si trova a circa due miglia dalla costa di Ladispoli, a una profondità di 16 metri, adagiata sul fondale nei pressi del caratteristico Scoglio del Corallo.

L’iniziativa si inserisce nel progetto Blue Experience, sostenuto con fondi regionali, nato per valorizzare le tradizioni marinare e il legame profondo tra la comunità e il mare.

L’evento è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione dei ragazzi dell’Associazione Dolphin, coordinati da Enzo Freddi, che hanno supportato le operazioni in acqua. A rendere ancora più significativa la cerimonia la presenza di Pierpaolo Perretta, delegato al demanio marittimo del Comune di Ladispoli, che si è immerso personalmente insieme ai sommozzatori per deporre la corona davanti alla statua del Santo.

La statua sarà inoltre arricchita da un’ancora donata dai pescatori artigiani di Ladispoli, in particolare da Simone Cianflone.

L’ancora verrà benedetta da Monsignor Gianrico Ruzza, Vescovo della Diocesi di Porto–Santa Rufina, e collocata nel corso del prossimo appuntamento in programma a settembre.

È già stato definito che il 13 agosto 2026, in occasione del trentennale del deposito della statua, si terrà una processione via mare con la partecipazione del Vescovo Ruzza e della comunità della parrocchia di Santa Rufina, durante la quale sarà deposta una nuova corona di fiori.

La deposizione della corona a San Giuseppe rappresenta non solo un momento di fede e devozione, ma anche un atto di valorizzazione delle radici marinare e spirituali che legano Ladispoli al suo mare.

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Cronaca

A Ladispoli il mare è perfetto

Deluso chi godeva del divieto di balneazione: l’ordinanza dura solo 48 ore

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A Ladispoli il mare è perfetto

A fine luglio, in piena stagione balneare, a seguito di rilievi effettuati da Arpa Lazio alla foce del Vaccina, il Sindaco Alessandro Grando ha dovuto emanare un’ordinanza che imponeva il divieto temporaneo di balneazione per un tratto di 250 metri alla sinistra del fosso.

I campioni vengono prelevati regolarmente per monitorare lo stato e la balneabilità delle acque.

In questa occasione, i livelli di Escherichia coli erano superiori ai limiti stabiliti dalla legge.

L’amministrazione ha prontamente informato la cittadinanza circa la pericolosità dello specchio d’acqua interessato, procedendo appunto con il divieto temporaneo di balneazione. Fin qui, tutto nella norma – o quasi: sono cose che possono accadere. Ma nonostante le acque fuori parametro, non abbiamo ancora raccontato la parte più torbida della vicenda.

A seguito della comunicazione social relativa al divieto, si è assistito a un valzer inquietante, frutto probabilmente di chi usa i social per dar sfogo a frustrazione e vuoto interiore. Scene raccapriccianti: gente che esultava, altri che approfittavano della situazione per un mero tornaconto politico, post sponsorizzati commentati solo dagli stessi autori, cattiverie di ogni tipo e, naturalmente, una raffica di insulti, un vero e proprio atteggiamento da Ultras.

Partiamo da un principio fondamentale: non esiste Sindaco – di qualunque schieramento politico – che giochi con la salute dei cittadini. Altro principio fondamentale: nessun Sindaco è contento di dover firmare un’ordinanza di divieto di balneazione.

La qualità delle acque è strettamente legata al buon funzionamento del depuratore. Quello di Ladispoli – parliamo per noi – è monitorato e funzionante. Purtroppo, alterazioni nei parametri delle acque dipendono spesso da scarichi abusivi o, in altri contesti, da malfunzionamenti tecnici (non è il nostro caso).

Arpa Lazio ha effettuato ulteriori accertamenti, rilevando che i parametri erano rientrati abbondantemente nella norma, e in meno di 48 ore il divieto di balneazione è stato revocato – il mare esiste in una condizione di continuo movimento, ovviamente. Ecco svelato come in poche ore l’allarme sia rientrato: le correnti hanno semplicemente ridistribuito i valori in condizioni accettabili.

Chi sperava di vedere la maggioranza “al patibolo” per la gestione delle acque è rimasto deluso. Le acque hanno dei valori ottimali, il nostro depuratore funziona alla grande e noi ci godiamo il mare: non sarà la Sardegna, ma ce lo teniamo stretto.

Nel giro di poche ore, l’allarme è rientrato.

Ora è il momento di riflettere. Questa accecata ossessione di accusare la maggioranza per qualsiasi cosa rende l’opposizione zoppa e poco credibile: ripetitivi, compulsivi, annebbiati e noiosi. Incapaci di argomentare, valutare e proporre. Un tifo da stadio dei livelli più beceri, fazioso, parti tico. Se siamo arrivati al punto di esultare per un rischio batteriologico nelle nostre acque, forse facciamo davvero più schifo del mare inquinato.

*Assessore al Turismo del Comune di Ladispoli

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